È stata firmata questa mattina dal sindaco di Ardea Fabrizio Cremonini l’ordinanza che impone la chiusura immediata della casa di via Isernia, al civico 36, in zona Nuova Florida, dove lo scorso 18 gennaio nel corso di un blitz congiunto dei Nas e degli agenti della polizia locale di Ardea furono trovati 15 anziani, una 16enne e la madre reduce di una malattia infettiva.
Nel corso dell’ispezione gli agenti si resero conto che quella che figurava come una co-housing, ovvero come un’abitazione condivisa da anziani in buone condizioni di salute che condividevano le spese per risparmiare, era in realtà una vera e propria RSA, con persone che avevano bisogno di assistenza e medicinali.
I risultati del blitz
Durante il controllo era emerso che le condizioni igieniche dell’abitazione non erano di certo idonee. Nella casa le stanze erano invase dalla muffa e gli agenti intervenuti avevano trovato sacchi con abiti sporchi e pannoloni. Inoltre, nella parte esterna, c’era accatasto vario materiale di risulta, oltre a rifiuti ingombranti, bombole di ossigeno, carrelli della spesa, copertoni di auto, e parti di mobili. Nel corso della perquisizione sembrerebbero essere stati trovati anche escrementi di topo, cosa che ha fatto emettere una prima ordinanza da parte del sindaco di Ardea, obbligando alla pulizia della struttura.
Ma la cosa più grave era lo stato di salute in cui sono stati trovati alcuni degli anziani, tra cui un uomo in particolare. L’anziano, il 18 gennaio, è stato visto dagli agenti in condizioni disperate. Chiamato il 118, l’uomo è stato portato al pronto soccorso del S. Anna di Pomezia, dove è morto venerdì 27 gennaio.
La prima ordinanza
Le scarse condizioni igieniche, unite al fatto che gli anziani venivano fatti dormire in locali inidonei, come sottotetti e che non avessero – cosa che prevedono anche le co-housing, del resto – degli spazi idonei per la loro privacy (nella casa sono state trovate 17 persone più quelle che ci lavorano, ma da catasto risulta essere un’abitazione di circa 80 metri quadri) ha indotto il sindaco a emettere una prima ordinanza che intimava la pulizia e il ripristino dello stato dei luoghi entro 8 giorni. Ovvero di riportare la struttura come da piantina catastale, cosa che non è avvenuta. La prima ordinanza era datata 3 febbraio.
In questo tempo sono stati effettuati altri due sopralluoghi nella struttura. Gli agenti hanno verificato che è stata fatta una sommaria operazione di pulizia dei luoghi e che sono andati via 7 anziani. Ma nessuna modifica strutturale è stata effettuata.
Cosa dice la nuova ordinanza
Questa mattina, 16 marzo, una nuova ordinanza è stata emessa dal sindaco, indirizzata alla proprietaria della casa, ai due affittuari, all’amministratrice della struttura, ai dirigenti del Nucleo Finanziario, alla Asl, al Magistrato, alla Regione Lazio, alla Città Metropolitana, al Commissariato di Anzio, alla Guardia di Finanza, alla Polizia Locale, ai Carabinieri di Anzio, ai Nas e ai vigili del fuoco.
L’ordinanza prevede la chiusura immediata dell’esercizio illecito di residenza socio-assistenziale (RSA) in assenza delle prescritte autorizzazioni. Si ordina quindi contestualmente l’allontanamento coattivo dall’immobile delle persone anziane in esso ospitate, sia autosufficienti che non. L’eventuale successivo utilizzo della struttura potrà essere concesso solo previo richiesta delle autorizzazioni sottese all’esercizio di carattere socio-assistenziale per anziani previste dalla normativa di settore. L’ordinanza dispone poi che il personale del servizio sociale comunale – a tutela delle persone ospitate, fragili o portatori di disabilità – provveda all’allontanamento dalla struttura, demandando lo stesso in primis ai parenti, amministratori di sostegno e tutori. Gli ospiti andranno trasferiti in residenze autorizzate e adeguate alle loro esigenze psicofisiche, laddove non si riesca a collocarli in ambiente familiare.
Adesso si attende quindi lo “sgombero” della casa: probabilmente ci saranno resistenze da parte di qualcuno, come già in passato è avvenuto con altre co-housing gestite dalle stesse persone. Gli anziani, fragili psicologicamente, probabilmente neanche si rendono conto di cosa è meglio per loro. E a volte storie familiari poco piacevoli che portano quasi a uno stato di abbandono – per motivi di lavoro, per lutti, o per altri mille cause – possono far aggrappare queste persone a realtà che, di fronte a facciate lucenti, non sempre mantengono le promesse.