Suburra Aeterna è disponibile su Netflix. La nuova serie, spin-off del cult targato De Cataldo e Bonini, tra polemiche e curiosità.
Suburra Aeterna è disponibile su Netflix. Lo spin off della fortunata serie sulla criminalità romana è realtà dopo anni di riprese e riadattamento della sceneggiatura. Il cult editoriale – targato De Cataldo e Bonini – ha portato a tre stagioni più un quarto capitolo (questo) necessario a chiudere un cerchio. Quello che dovrebbe definire i rapporti di forza (nella criminalità organizzata e non solo) all’interno della Città Eterna. Questo vuol dire lavorare su basi diverse rispetto al passato: non mancherà l’azione, ma stavolta si premerà fortemente sul lato emotivo dei personaggi.
Dopo l’addio di alcune colonne portanti del progetto, come Francesco Acquaroli e Alessandro Borghi, si passa a trattare le conseguenze di questo cambiamento. Sia in ambito di sceneggiatura che sul piano d’impatto all’interno della serie. Giacomo Ferrara, nei panni di Spadino, reggerà tutto l’impianto narrativo insieme a Filippo Nigro (che interpreterà Cinaglia). Le situazioni saranno diverse, ma ugualmente ingarbugliate. Tanti capovolgimenti di fronte e qualche colpo di scena. Anche in questo progetto ci sarà il modello americano come asse portante dal punto di vista della regia: gli episodi saranno diretti da persone diverse con un’unica supervisione editoriale. In modo da avere un taglio diverso per ogni puntata.
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Suburra Aeterna, nuova serie su Netflix: i luoghi dello spin off sulla criminalità romana
Otto “tele” differenti che compongono una “mostra” sul malaffare e non solo. Nello specifico, i primi 4 episodi saranno diretti da Ciro D’Emilio, poi il testimone passa ad Alessandro Tonda. Gli head writers, invece, sono Ezio Abate e Fabrizio Bettelli con la collaborazione di Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione. C’è, inoltre, lo zampino di De Cataldo e Bonini che, oltre a metterci la vena creativa, curano anche lo story editing. Questa ampiezza che coincide anche con una variegata scelta di interpreti, a segnare l’evoluzione di qualcosa partito bene (in termini di ascolti) e sviluppato in maniera considerevole, porta anche a una selezione ben precisa di luoghi.
Si riparte dal porto di Ostia e poi si finisce a girare a Ostia antica. Successivamente ritroveremo le piazze cult della Capitale. San Pietro, il Campidoglio, Montecitorio. La politica con il crimine: binomio che cambia dal giorno alla notte e dà adito anche a qualche polemica. Suburra Aeterna è attesa da tutti, ma non sono mancate le manifestazioni di disappunto da parte di alcuni residenti: “Ostia non è solo questo”, gridavano al momento delle riprese.
La mappa dell’ultimo capitolo
Quasi come se una parte di estimatori si fosse stancata della solita connotazione sul piano cinematografico. Evitare le etichette resta l’obiettivo finale, in un senso o nell’altro. Il claim della serie dice: “Mors tua, Roma mea”. L’impressione è che, con questo capitolo, si chiuderanno i conti con un certo filone. Aspettando a dicembre “Adagio” – che prende le mosse anche da questo – di Stefano Sollima. Il “padre” di Suburra per quanto riguarda la Settima Arte.
Comunque Netflix non guarda soltanto a Roma, alcune scene sono state girate anche a Tivoli. Segno che le polemiche ci saranno ancora, perchè magari il racconto non è sempre rassicurante, ma Suburra Aeterna ha rappresentato anche un certo riscatto – dal punto di vista “turistico” – di alcuni luoghi. È già caccia al selfie. Anche questo, in un certo senso, è cinema. Portare i fan a sentirsi, per un giorno, come i propri beniamini. Seppur non tutti siano – dal punto di vista del copione – un esempio da seguire.