“Sul Piano di Utilizzo demaniale di Ostia che, se non abbiamo capito male, il Commissario Domenico Vulpiani si appresta ad adottare come ultimo atto prima delle elezioni, si sta scatenando una inevitabile bagarre elettorale nella quale non vogliamo assolutamente entrare – afferma Riccardo Borgo, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio – limitandoci ad evidenziare che sarebbe una inopportuna ipoteca a carico dei futuri amministratori di Ostia, i soli legittimati democraticamente a farlo.
E’ auspicabile che il futuro del litorale di Ostia, almeno nel prosieguo del suo iter, venga affrontato attraverso un necessario confronto e la più ampia partecipazione democratica di tutti i portatori di interesse coinvolti (Associazioni di imprese, ambientalisti, rappresentanti dei consumatori, ecc.) come merita un tema fondamentale per lo sviluppo e l’economia turistica di Ostia e di Roma Capitale. Se non è stato possibile farlo prima delle elezioni per il rinnovo del Municipio, auspichiamo lo si possa fare subito dopo in maniera serena e al riparo da polemiche strumentali.
Senza entrare nel merito dei contenuti del Piano – peraltro letti unicamente nella sintesi riportata dalle pagine di un quotidiano – alcuni temi credo possano essere messi in campo già da subito partendo dall’intollerabile criminalizzazione di una intera categoria, quella dei balneari che – fino a prova contraria – è costituita da persone per bene che cercano di fare al meglio il loro lavoro rispettando regole e leggi vigenti e che domani, per principio, si vorrebbero cancellare.
In passato l’ho detto in più occasioni e lo ribadisco ancora oggi con forza, proprio anche per evitare equivoci e letture strumentali: dove esistono abusi e illegalità si intervenga con la dovuta fermezza, severità e tempi rapidi. Non è invece più possibile continuare a trattare tutti i colleghi imprenditori balneari di Ostia come abusivi o, peggio, mafiosi dopo che sono passati sotto il vaglio delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.
Affrontare uno strumento di programmazione, come è il Piano di Utilizzo degli Arenili di Ostia, partendo dall’assunto che ‘occorre fare piazza pulita’ proponendo di calpestare diritti, professionalità, imprese e famiglie con un progetto che, unico in Italia, immagina di cancellare tante piccole e medie imprese per consegnare il litorale a pochi mega concessionari, oltre che incomprensibile ci sembra lontano dall’interesse generale che l’Amministrazione è chiamata a tutelare. Un modello, peraltro, estraneo alla tradizione balneare italiana fatta di piccole imprese a conduzione familiare che gli altri Paesi europei ci invidiano quale fenomeno di successo internazionale.
In Italia la nostra categoria ha collaborato ad oltre una decina di Piani di utilizzo regionali e migliaia di piani comunali sempre confrontandoci e collaborando con le Amministrazioni pubbliche. E’ questo il metodo, non solo opportuno per questo tipo di scelte programmatorie, che viene imposto da leggi nazionale e regionali. Sono certo che sia utile anche per Ostia.
In varie occasioni mi sono proposto personalmente di portare l’esperienza del S.I.B. ad un tavolo di confronto dove poter affrontare e discutere su tutti i temi in campo senza alcuna preclusione: dal “lungomuro” alle visuali, dall’accessibilità alle spiagge libere, dall’erosione alla destagionalizzazione, fino allo sviluppo turistico della città. In passato ciò non è stato possibile per problemi che mi sfuggono. Auspico che lo si possa fare in futuro in quanto, lo ripeto, non c’è problema sul quale non ci si possa confrontare e discutere per trovare le giuste soluzioni, magari con ottiche di sensibilità e responsabilità diverse, ma con l’obiettivo comune di salvaguardare il futuro economico di Ostia e di mettere finalmente mano al suo sviluppo turistico”.