Fa discutere in questi giorni l’iniziativa per il distaccamento di Ostia dal territorio di Roma, in un iter che viene perseguito da diverse istituzioni lidensi dal lontano 1989.
Da una parte c’è la volontà dei cittadini provenienti da Ostia e Ostia Antica di distaccarsi dall’Amministrazione del Campidoglio, poiché da quasi trent’anni vengono perseguite politiche penalizzanti verso il territorio lidense in fatto di gestione della cosa pubblica e dei servizi che dovrebbero essere messi in fruizione presso i singoli quartieri che compongono il X Municipio.
Dall’altra parte pende la volontà dell’entroterra del X Municipio di rimanere attaccato a Roma, cercando le proprie motivazioni all’interno degli interessi immobiliari per non far svalutare le proprie abitazioni o addirittura nell’idea di non peggiorare una già carente fruizione dei servizi pubblici con una futura autonomia lidense.
Domande lecite che s’inaspriscono sopratutto oggi con la raccolta firme perorata dal comitato Ostia Comune, che sta raccogliendo adesioni per distaccare da Roma i quartiri di Ostia, Ostia Antica, le fabbriche di Acilia e tutta la parte di Castel Fusano. Una divisione che spaccherebbe di netto il X Municipio, considerato come da questo progetto autonomista rimarrebbero fuori grandi quartieri come Acilia, Infernetto, Dragona, Dragoncello, Malafede e Giardini di Roma: per intenderci meglio, gli stessi territori in cui sia nel 1989 che nel 1999 votarono compattamente “NO“ agli scorsi referendum per Ostia Comune con percentuali paurose.
Una dinamica che fa infatti riflettere sulla reale costituzionalità della raccolta firme e del conseguente possibile referendum, considerato come si divide l’attuale territorio lidense e tale trasformazione amministrativa verrebbe votata solamente in pochi quartieri di questa realtà.
Una dinamica su cui Marco Possanzini (segretario di Sinistra Italiana nel X Municipio) si è voluto esprimere, facendo trapelare delle perplessità giuridiche e politiche su una simile iniziativa: “Raccolta firme Ostia Comune? No, è una dichiarazione di disponibilità. Il futuro è una riforma complessiva di tutta l’area metropolitana di Roma e non certo la parcellizzazione del territorio. Non servono localismi o soluzioni improvvisate che guardano ad un passato non più riproponibile“.
Ha proseguito l’esponente di Sinistra Italiana: “Il viaggio inizia con un primo passo “incerto”. E’ una raccolta firme ? Si, forse no. Bho. E’ iniziata la raccolta firme per Ostia Comune ma in realtà non è una raccolta firme per chiedere l’indizione del Referendum bensì la sottoscrizione di una dichiarazione di disponibilità da parte degli elettori a farsi parte attiva verso quell’obiettivo, cosa ben diversa quindi da quanto detto nei mesi scorsi. Ci stupisce però che per sostenere questa petizione siano stati chiesti i documenti di identità ai cittadini, una operazione necessaria quando si raccolgono firme per leggi di iniziativa popolare e che deve essere coadiuvata obbligatoriamente da un certificatore per le firme stesse. Al netto di questa “tecnicalità”, la proposta articolata dal comitato promotore non solo non ci convince assolutamente ma tenta, con alcune palesi contraddizioni, di guardare ad un passato non più riproponibile“.
Ha continuato Possanzini: “Innanzitutto sul sistema di trasporto integrato ci si è “dimenticati” di fare l’esempio del Comune di Fiumicino dove i residenti per risparmiare soldi sono costretti a prendere il treno, per raggiungere Roma, dalla fermata di Fiera di Roma (Fascia A) invece che attestarsi a Parco Leonardo (Fascia B), cioè la fermata precedente. I cittadini di Fiumicino si stanno mobilitando da mesi su questo tema. C’è poi il tema degli aventi diritto al voto che per il comitato promotore, semplificando, sono soltanto i residenti di Ostia e Ostia Antica. A nostro giudizio una follia in quanto dovranno esprimersi tutti i residenti del Municipio X se non addirittura tutti i residenti di Roma Capitale, visto che i romani perderebbero amministrativamente e interamente il mare, ma su questo, quando si costituiranno i comitati per il NO ad Ostia Comune, ragioneremo ampiamente anche in termini legali e se necessario procederemo agli eventuali ricorsi. C’è poi il tema del mare e delle spiagge, inglobate interamente fino a Torvaianica nel perimetro ipotetico del Comune autonomo, altrimenti dovevano essere revocate quasi il 50% delle concessioni esistenti, ma su cui non si spende mezza parola: chissà perchè?“.
Ha concluso l’esponente lidense: “Il nostro territorio ha bisogno di integrarsi sempre di piu’ piuttosto che scindersi perorando cause autonomistiche che finirebbero per nutrire i soliti interessi particolari di qualche potentato locale che già sta pregustando il banchetto. Per valorizzare, tutelare, proteggere e promuovere il nostro Municipio, favorendone un riscatto importante di tutto il territorio, ci vuole ben altro rispetto ad una deriva autonomistica di un pezzo di territorio, quello piu’ ricco di risorse fra l’altro. Non possiamo perdere la possibilita’ di essere promotori e parte attiva di un grande processo di modernizzazione di tutta la città di Roma e della sua immensa periferia. Vogliamo impegnarci per costruire soluzioni moderne capaci di tener conto della complessita’ del nostro Municipio e dell’integrazione di quest’ultimo con il tessuto di tutta l’area metropolitana di Roma Capitale. L’efficacia della macchina amministrativa, la qualita’ della mobilita’ pubblica cosi’ come di tutti i servizi, passa per l’integrazione del nostro territorio nell’area vasta di Roma e non per la secessione da quest’ultima. Su questo ci batteremo e per questo ci attiveremo, con tutte le forze e quelle realtà attive che condividono con noi la necessità di costruire tutti insieme una idea moderna di gestione della città rivolta soprattutto alle fasce più deboli della società e le parti di territorio più abbandonate“.