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Ostia, dopo Capocotta dissequestro anche del Faber Beach, il dietro front di Vulpiani e il ruolo di Sabella

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Ieri ad Ostia, a pochi giorni dal dissequestro dei chioschi di Capocotta, è stata la volta dello stabilimento “Faber Beach”. Il prefetto del X Municipio Domenico Vulpiani e tutto l’impianto amministrativo sono stati costretti a fare nuovamente dietro front.

Lo scorso 3 giugno la Polizia locale aveva sigillato la spiaggia. La motivazione del sequestro era “occupazione abusiva di suolo demaniale”. Tuttavia il giudice delle indagini preliminari Massimo di Lauro ventiquattr’ore fa ha ordinato il passo indietro. “La condotta delittuosa appare inesistente” si dice. Così lo stabilimento risulta nuovamente accessibile, ma la struttura sarà gestita temporaneamente dal X Municipio, in attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo del Lazio.

Ad esultare è il Consorzio Nausicaa, che aveva acquistato il Faber nel 2015, dopo simili travagliate vicende passate. “Adesso aspettiamo il Tar per riprendere a lavorare” sostengono, convinti della correttezza delle loro azioni. E i lavoratori, con loro, non attendono altro.

Questo è un primo decisivo passo per arrivare a chiarire la nostra posizione -ha dichiarato il presidente del Consorzio Nausicaa Ruggero Signoretti Il Consorzio Nausicaa ha operato sempre in perfetta trasparenza e in completa legalitàNon dubitiamo che alla fine si chiarisca la legittimità della presenza del Consorzio sull’arenile romano. Come più volte ribadito, Nausicaa, attraverso il Faber Beach, vuole restituire ai cittadini romani la fruizione di un bene pubblico, come la spiaggia, attraverso un servizio di qualità all’insegna della trasparenza e della legalità. Nausicaa lavora con l’obiettivo dell’inclusione e dell’economia sociale, il vero investimento in sicurezza e legalità. Il Faber beach vuole essere un volano di crescita economica e sociale per tutto il territorio locale“.

6 giorni fa, come ricordato, era stata la volta del Mediterranea, del Mecs e di Dar Zagaja, chioschi che avevano provveduto all’autodemolizione delle strutture abusive rivenute e a cui è stata concessa la riapertura in cambio della garanzia di assicurare tutti servizi alla balneazione. Così, in questi giorni, si sta disponendo anche la riapertura del “Settimo Cielo” e di “Porto di Enea”.

Abbiamo ottenuto un colloquio con il Municipio che ha ascoltato con attenzione le nostre istanze – ha dichiarato a Radiocolonna Carlo Presutti, presidente del Consorzio Cinquespiagge e titolare del Mediterranea – riaperture che hanno confermato la buona fede dei balneari e stabilito che, sul fronte concessorio, le omissioni sono state dell’amministrazione”.

A quanto pare, dunque, l’amministrazione ostiense presieduta da Vulpiani ha ritenuto che fosse giusto tornare sui propri passi o mediare, per garantire continuità di gestione a queste strutture del litorale che, in fondo, sembrano poter garantire correttezza e trasparenza. Il pugno duro giustificato dall’emersione mediatica degli ultimi anni della criminalità mafiosa e degli scambi con la politica locale corrotta, allora, sembra venir meno.

Ma gli errori e i dietro front dei commissari sono una loro esclusiva responsabilità o sono connessi alle scelte e le decisioni amministrative passate?

Per Andrea Schiavone, presidente di LabUr, queste notizie sono la dimostrazione degli sbagli dell’ex assessore alla legalità di Roma Capitale (con Ignazio Marino sindaco) e commissario ostiense Alfonso Sabella. La sua strategia “delle ruspe della legalità” avrebbe portato ad accuse mal fondate, contro il diritto amministrativo, almeno nel caso del Faber.

Oggi le strutture del Faber Beach– sostiene ai nostri microfoni- sono le stesse del 2011. Sabella, che è stato delegato all’esercizio sostitutivo delle funzioni amministrative di Presidente del Municipio Roma X, dal 29 aprile 2015 all’8 settembre 2015, avrebbe avuto tutto il tempo per verificare che non c’erano irregolarità. Invece, tirato in mezzo per lo scandalo della spiaggia di Libera (la ex-Amanusa, su cui sta indagando l’ANAC) si è lasciato trascinare dalla ‘politica’ schierandosi con il PD contro il M5S ed ha ha ‘demonizzato’ il Consorzio Nausicaa (che ha rapporti proprio con l’ex-gestore dell’Amanusa, Roberto Bocchini)”.

L’iniziale continuità e la successiva distanza tra Sabella e Vulpiani, per Schiavone, è facilmente spiegabile. “Se lasci in sospeso una serie di atti o dichiarazioni più o meno temerarie- ci dice- l’amministrazione che seguirà ha due strade: o continuare sulla stessa strada (rischiando la figuraccia) o azzerare tutto (rischiando però di essere accusata di omissione di atti d’ufficio)”. Secondo lui dunque cambiare marcia per il secondo non sarebbe stato facile, ma “giusto”.

I Giovani Democratici di Ostia non ci stanno a colpevolizzare l’ex magistrato. “Notiamo con stupore- sostengono- che ci sia chi riesce a dare un giudizio su un provvedimento senza neanche averlo letto, noi preferiamo intervenire sul merito quando ne leggeremo le motivazioni. Sabella è competente”

Comunque al di là dei giudizi sull’operato dell’amministrazione presente e passata la sensazione è che una certa stagione sia finita e che, forse, la correttezza e la moderazione stiano lentamente tornando di moda tra i lidi di Ostia.

 

 

 

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