Cominciano a emergere i primi verdetti legati alla morte della giovane Elena Aubry, che il 6 maggio 2018 morì in sella alla proprio motocicletta mentre attraversava la via Ostiense. La ragazza, che all’epoca era 25enne, avrebbe subito la caduta fatale per la propria vita per uno dei molteplici dissesti di via Ostiense, che rendono ancora oggi quella strada pericolosissima per automobilisti e soprattutto centauri come Elena.
La sentenza per la morte di Elena Aubry
L’inchiesta sulla morte della giovane, ha travato già un primo responsabile. Infatti, è stato condannato a due anni di carcere un dipendente comunale, cui seguono sette funzionari pubblici, che in queste ore sono stati rinviati a giudizio. Attorno alla morte della 25enne non solo il disastroso manto stradale della via Ostiense, che collega Ostia a Roma, ma anche tutta una serie di appalti urbanistici che mai hanno preso vita in quel punto.
La pm Laura Condemi dalla vicenda Aubry ha tirato fuori un mondo, fatto di irregolarità che hanno interessato in particolare la via Ostiense, diventata all’epoca la trappola mortale per la giovane Elena e oggi tra le strade più pericolose della Capitale. Profonde negligenze nella cura e nella gestione di quella strada, che la Procura ha catalogato come “concorso in omicidio colposo”. Oltre alla mamma di Elena che definisce il km 25,5 ““in condizioni vergognose”, ancora oggi i pendolari dell’Ostiense si lamentano della pericolosità di quel tratto di strada.
Le condanne e i rinvii a giudizio
Per la morte di Elena, dovranno subire un processo i due direttori del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, meglio conosciuto come il SIMU: Roberto Botta e Fabio Pacciani. A processo anche il responsabile della manutenzione ordinaria del lotto 6 della grande viabilità: Francesco Compagnoli. Stessa cosa anche per il responsabile della manutenzione stradale, Marco Domizi. Poi, il direttore dell’ufficio manutenzione del X Municipio, Paolo Fantini.
Inoltre, l’ex direttore tecnico dello stesso X Municipio, Nicola De Bernardini. Poi Fabrizio Pennacchi, il responsabile di Esgra, ovvero la ditta che aveva vinto l’appalto per la manutenzione in quel tratto di strada. Condannato a due anni di carcere l’ingegner Alessandro Di Carlo, responsabile della sorveglianza in quel punto di via Ostiense. Il processo inizierà il 9 luglio 2024.