Alfonso Sabella, magistrato ed ex assessore alla legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Tra le altre cose, Sabella ha parlato di Ostia: “A Ostia la mafia c’è da tempo. In alcune zone di Ostia, tipo Ostia Nuova, il controllo del territorio, strada per strada, è paragonabile a quello di Corleone, Platì o Casal di Principe. Ostia purtroppo non è un posto normale. Con grande dolore, devo dire, ho letto pezzi dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere altri pezzi del clan Spada. Vi dico che è assolutamente identica alle ordinanze di custodia cautelare che io leggevo, emettevo o richiedevo quando facevo il pm a Palermo. E’ assolutamente identica. L’unica differenza con quelle di Palermo è che questa è ancora più motivata, perché a Roma si continua a rifiutare l’idea che alcune parti del suo territorio siano controllate da alcune associazioni di tipo mafioso. I ragazzi di Ostia, a differenza dei loro coetanei palermitani o corleonesi, non respirano la mafia, non la sentono, non la avvertono nell’aria. Io di Ostia mi sono già occupato nel 1997, quando per un disguido fu scarcerato da Parma il più grande trafficante internazionale di sostanze stupefacenti, Pasquale Cuntrera. Mi bastò guardare i tabulati telefonici per capire che lui da Parma chiamò i fratelli Triassi, che arrivarono a Parma e lo portarono a Ostia. Per me il fatto che ci fosse un insediamento mafioso a Ostia non è una novità. Purtroppo Ostia sconta rispetto agli altri municipi di Roma una discontinuità tra il centro e la periferia. A Ostia è stato tutto più lontano. I cittadini di Ostia non dicono vado in centro, dicono vado a Roma. Questa può essere una banalità, ma la dice lunga. Ostia dovrebbe essere inglobata nella città, a Ostia c’è il mare di Roma”.