Questo venerdì, 9 dicembre, i musulmani del X Municipio di Roma svolgeranno la loro solita preghiera all’aperto, in piazza dei Ravennati (vicino al pontile di Ostia), a causa della chiusura del “Centro Culturale Islamico di Ostia”.
L’altro ieri vigili urbani e Carabinieri ostiensi hanno infatti apposto i sigilli alla struttura, situata all’ex colonia Vittorio Emanuele sul lungomare Paolo Toscanelli, che da anni è utilizzata come moschea dai fedeli di zona (in tutto il municipio sono circa 15mila).
A disporre la chiusura è stato il Comune di Roma, che già a febbraio aveva chiesto di pagare gli arretrati e andarsene, perché l’Istituto è moroso da 10 anni. L’amministrazione capitolina di Tronca aveva sottolineato che la trasformazione in moschea, oltre che in abitazione privata, ha violato i termini della concessione firmata dieci anni fa (quando il sindaco di Roma era Veltroni).
“Da un esame– era stato scritto in un documento ufficiale dal Campidoglio – risulta che l’istituto non abbia mai provveduto al pagamento di alcuna indennità per l’utilizzo dell’immobile”
Dunque moltiplicando il canone mensile di 3.787 euro per tutto il periodo di permanenza si arriva ad una cifra di circa 386mila euro di debito.
Il responsabile del centro islamico, Youssef Almoghazi, oggi ha dichiarato a BlastingNews: “Noi da diversi anni abbiamo cercato di regolarizzare la nostra posizione e pagare la quota prevista, come un’associazione senza scopo di lucro, ma i nostri sforzi sono stati vani. Ho ricevuto una sola telefonata, nel mese di maggio 2016, da parte del Comune per stabilire un contratto. Ho mostrato la mia piena volontà per regolarizzare la nostra posizione, ma nonostante tutto, dopo una settimana da tale colloquio, ci è arrivata l’ordinanza di sgombero”.
Almoghazi, poi, non ci sta a passare per l’abusivo di turno. “Tutti i lavori che sono stati fatti all’interno dell’edificio- ha aggiunto– sono stati fatti a nostre spese e superano i 200 mila euro, con l’approvazione del Comune di Roma e la sua sovraintendenza. Ci avevano proposto un area comunale in concessione, dove poter costruire un luogo permanente a nostre spese. E’ stato individuato il posto ad Ostia e sono stati presentati i documenti necessari, ma non si è fatto vivo nessuno. Chiediamo adesso, se possibile, di poter rimanere in questo posto per un periodo limitato, in modo da poter trovare nel frattempo un’altra sistemazione, per non dover interrompere tutte le nostre attività”
La preghiera di venerdì si terrà, come di consueto, dalle ore 12. Resta da capire se questa manifestazione così plateale possa fungere da protesta o se sia solo una soluzione di emergenza vista la mancanza di un locale adibito.
Nel primo caso la sindaca Raggi si troverebbe in mano un’altra bella grana, dopo che solo pochi giorni fa (il 30 novembre) aveva incontrato proprio il segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia, Abdellah Redouane, e aveva promesso di effettuare presto una visita al Centro islamico di Monte Antenne. Chissà cosa ne pensa il segretario della faccenda.