Torna sotto le luci dei riflettori il cantiere di Ostia Antica adiacente al Castello di Giulio II, che da diversi giorni ha ripreso i lavori sotto il permesso dell’attuale PM che sta valutando il caso.
Tutto questo mentre le opere presenti in quest’area continuano a causare forti disagi nel quadrante cittadino circostante, dove gli edifici intorno cominciano a risentire – chi in maniera lieve o grave – di problemi strutturali. Il caso emblematico lo troviamo con le attività commerciali chiuse all’altezza di via Romagnoli 761, dove la nota “Fraschetteria del Borgo” e la cartoleria hanno dovuto chiudere a causa dei locali inagibili per le forti crepe. A questi poi si aggiungono gli appartamenti impraticabili di questa palazzina, dove residenti o proprietari di casa hanno dovuto abbandonare i locali per le inagibilità dovute ai problemi strutturali.
Una condizione che i cittadini hanno ribadito durante la “Commissione Trasparenza e Garanzia” del Consiglio Comunale di Roma Capitale, cui hanno preso parte tantissime persone danneggiate da questa situazione e numerose istituzioni locali.
Presieduta dall’On. Marco Palumbo, la commissione si è svolta in via eccezionale a Ostia Antica.
La riunione si è aperta con un sopralluogo al cantiere di via del Castello, dove il presidente della Commissione ha monitorato lo svolgimento dei lavori accompagnato da altri esperti in materia edilizia. Una lunga ispezione quella che si è verificata verso le 11 di questa mattina, dove è stata richiesta la visione dei permessi per le attività della struttura e osservato il proseguo dei lavori interni al cantiere secondo i criteri delle licenze stabilite.
Proprio delle varianti al progetto edilizio è stato il tema della seconda parte di questa commissione, svoltasi presso il “Centro Anziani Ostia Antica” di piazza Gregoriopoli. All’evento hanno preso parte Nicola De Bernardini (Direttore del X Municipio di Roma Capitale), i rappresentanti del Parco Archeologico di Ostia Antica, una delegazione del CdQ Ostia Antica-Saline, diverse istituzioni locali e le attività commerciali danneggiate con i propri legali o periti tecnici.
Sono state fatte notare infatti delle variazioni sulla struttura edilizia, che sono state riscontrate nelle aree interrate: modifiche che potrebbero mettere in discussione i parametri di sicurezza per questo progetto, considerato come esso prenda piede in una zona a rischio idrogeologico e i numerosi danni che al contempo sta comportando alle palazzine circostanti.
A questa situazione già aggrovigliatissima a livello burocratico e nel fuoco d’inchieste giudiziarie, si è aggiunto un parere anche del Parco Archeologico di Ostia Antica per definire eventuali danni a strutture di rilevanza storica all’interno del cantiere. Scongiurata questa ipotesi con dei documenti portati in commissione, ha spiazzato la questione legata allo sbriciolamento del vecchio “Mulino di Ostia Antica” risalente addirittura al 1400: i rappresentanti del Parco Archeologico hanno dichiarato come la struttura non avesse connotazioni storiche, trovando però diversi dissensi da parte degli uditori alla riunione.