L’area di Viterbo è ricca di zone archeologiche e Sutri è forse uno degli esempi più importanti per gli appassionati di storia antica ed etrusca. A partire dalla sua collocazione, Sutri ha sempre avuto una grande rilevanza storica: da qui infatti passava la via Francigena, che dal Nord Europa portava fino a Brindisi, dove si prendeva il mare, diretti verso terre lontane.
Sutri deve però la sua importanza soprattutto al Parco Archeologico che ospita sul suo territorio, circa 7 ettari di terreno su cui si trovano ben 64 tombe scavate direttamente nel tufo. Il parco archeologico offre al turista viaggiatore uno spettacolo unico nel suo genere attraverso la visita dell’Anfiteatro, della necropoli, del Mitreo e delle millenarie tagliate etrusche. La necropoli, in particolare, rimase in uso fino alla fine del I secolo a. C. fino al III-IV secolo d.C e da allora le tombe si trovano conservate in perfette condizioni. Il Parco è unico al mondo e meta ogni anno di migliaia di turisti, interessati a comprendere meglio le origini della civiltà etrusca e le loro usanze.
Sutri, una città tra passato e presente
A Sutri però non si trovano solo necropoli e tombe. Nel territorio di Sutri restano molte testimonianze del passato, tra cui un anfiteatro romano completamente scavato nel tufo, il Duomo di origine romanica e la particolarissima chiesa della Madonna del Parto. Costruita in epoca medievale su un precedente edificio pagano dedicato al dio Mitra, la chiesa è interamente scavata nella roccia tufacea e conserva un’antichissima raffigurazione di pellegrini in cammino, che ricorda ancora oggi la grande spiritualità che da sempre si vive in questi luoghi.
Il Parco archeologico di Sutri
L’antica città di Sutri sorgeva dov’è ancora oggi, su di un alto sperone tufaceo delimitato dal corso di due torrenti: il Promonte e il Rotali, in posizione dominante tra i monti Sabatini a sud ed i Cimini a Nord. Originariamente appartenente al territorio falisco, fu proprio per la sua posizione strategica, come testa di ponte per la penetrazione nell’Etruria interna e nell’Agro Falisco, che Sutri ottenne e mantenne un ruolo storico molto importante a partire dal V-IV secolo a.C. fino al tardo Medioevo.
Il monumento di maggior rilievo è oggi l’anfiteatro di Sutri, interamente scavato in un banco tufaceo posto di fronte alla città; di modeste dimensioni (49,60 x 40,80 m), mostra una sagoma architettonica derivata dalla forma del banco. Dispone di due ingressi: quello verso l’attuale via Cassia è notevolmente rovinato dal crollo della galleria d’accesso e delle gradinate. L’inquadramento cronologico, mancando totalmente qualsiasi indizio storico, epigrafico o architettonico, è suggerito dall’estrema semplicità e sobrietà dell’impianto, che consente una datazione tra gli ultimi decenni del I secolo a C. ed i primi anni del I secolo d.C.
Quando visitare il Parco archeologico di Sutri
L’area che accoglie il sito archeologico del parco è una delle più belle della Tuscia, unica nel panorama delle aree protette. Il territorio protetto comprende il parco storico circostante Villa Savorelli (databile al secolo XVIII) posta su un alto sperone di tufo. Nonostante la sua estensione sia di appena 7 ettari (è il più piccolo parco della Regione Lazio), comprende una notevole varietà d’ambienti naturali che accolgono diverse specie floro – faunistiche.
Il ticket completo comprende l’ingresso al Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri composto da Anfiteatro e Mitreo; il percorso include anche l’attraversamento gratuito della necropoli e i giardini di Villa Savorelli. È possibile visitare l’anfiteatro del parco da martedì a venerdì, dalle ore 10 alle 19.
Mitreo di Sutri
A poca distanza dall’anfiteatro, alle pendici del colle Savorelli, si apre la piccola chiesa dedicata alla Madonna del Parto, indicata come “Mitreo”. La chiesa, riferibile al XIII-XIV secolo è interamente scavata nel tufo.
Da un piccolo vestibolo a pianta quadrata, decorato con affreschi raffiguranti la Madonna, San Cristoforo e la leggenda di San Michele del Gargano, si passa nell’ambiente principale, a pianta rettangolare allungata, diviso in tre navate da due file di pilastri ricavati nel tufo. Il rinvenimento a Sutri di un rilievo del dio Mitra avvalora la tesi del riutilizzo di un luogo di culto pagano, trasformato dai cristiani in luogo sacro. In un secondo momento l’ambiente fu ampliato con la creazione di una zona absidale, a pianta rettangolare, avvenuta mediante il taglio del podio della navata centrale aumentando così lo spazio per le funzioni religiose. Nell’abside si conservano i resti dell’affresco raffigurante la Natività.
Il Mitreo è visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 10.20 alle 14.40. I gruppi, di massimo 10 persone, accedono alla visita ogni venti minuti. Il sabato, domenica e giorni festivi invece l’ingresso è previsto dalle ore 10.20 alle 16.20. La visita delle 16.40, in particolare, è accompagnata con illuminazione speciale ed è consentita a un massimo di 15 persone.