“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta.”
RINO GAETANO
Trentasei anni fa ci lasciava un personaggio, più che cantautore , che ha lasciato un’impronta molto decisa di come vedeva lui l’Italia, la nostra società, le nostre tradizioni, i nostri difetti: Rino Gaetano.
Era un tipo molto sopra le righe, non si lasciava condizionare da niente e nessuno: “Nuntereggae più” era la canzone che più preoccupava l’ elitè italiana ed infatti veniva allontanato spesse volte da palchi prestigiosi per denunce che trasmetteva attraverso le sue canzoni. Un altro aspetto molto particolare della sua difficoltà ad adattarsi a quelli che erano gli standard dell’epoca, è il fatto di rifiutare di cantare in playback: per protesta non andava a tempo con la musica registrata di sottofondo. Tutti noi oggi quando partecipiamo ad un compleanno, una festa, un momento festoso della nostra vita non facciamo altro che ricorrere spesse volte alle sue canzoni più celebri: Gianna, Ma il cielo è sempre più blu e Berta Filava ma ci sono tantissime altre sue canzoni che dovremmo imparare a conoscere per il valore delle parole e dei contesti che ci propone. In “La Ballata di Renzo“, ad esempio, descrive per filo e per segno come sarebbe stata la sua morte ovvero incidente stradale e rifiuto dei 3 ospedali romani: il San Camillo, il San Giovanni ed il Policlinico. In “Nuntereggae più” denuncia problemi sociali che viviamo ancora nella società attuale moderna: cita vari politici, le tangenti, il potere esagerato dell’alta borghesia, le auto blu ma soprattutto cita la spiaggia di Capocotta (Torvaianica) dove fu ritrovato il giovane corpo di Vilma Montesi che negli anni ’50 si dice partecipò ad un festino andato un po’ troppo oltre con il figlio del Ministro dell’epoca ed il proprietario terriero della spiaggia, c’è da dire che la Magistratura archiviò la pratica ed ancora oggi la morte della giovane ragazza è un enigma del quale nessuno vuole parlare.
Molte volte condividiamo sui social in preda a crisi amorose una frase molto ricorrente sulle bacheche: “Supponiamo ti alzi e ami me”, frase appartenente alla sua canzone “Supponiamo un amore“. Altra canzone celebre è “Berta Filava” apparentemente Nosense, così come erano la maggior parte delle sue canzoni, ma molti hanno cercato di dare interpretazione che sicuramente c’è, in Berta Filava denuncerebbe la corruzione di due politici coinvolti nell’affare degli aerei da guerra comprati negli Stati Uniti. Altro pezzo da ascoltare e riascoltare è “Aida“: nella canzone Rino descrive la situazione italiana subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, attraverso questa donna di nome Aida, un’Italia avvolta da fame e povertà, un’Italia che prega, un’Italia che è martoriata da questa divisione tra rosso (Comunisti) e nero (Fascisti)…..alla fine però Rino invoca alla sua bellezza con una frase molto toccante: “Aida come sei bella..”. Rino era molto vicino anche agli affari sociali, difendeva i diritti dei lavoratori che in quegl’anni erano letteralmente sfruttati e lo fa attraverso la canzone “L’operaio della Fiat 1100″. Molto divertente e irriverente è la canzone “I Love you Marianna” ufficialmente dedicata a sua nonna dall’omonimo nome, ma molti dicono che ci sia un riferimento alla Marijuana…problema che si ripercuote tutt’ora nella società italiana. Come non citare “E cantava le canzoni” che parla di un uomo che parte dal profondo sud con la sua famiglia in cerca di lavoro e futuro per i propri figli, in questa canzone si potranno sentite rappresentate molte persone sicuramente, lui in primis visto che è emigrato dalla Calabria a Roma con la sua famiglia…. Rino ha affrontato anche il problema della crisi petrolifera del 1973 in modo molto ironico nella sua canzone “Spendi Spandi effendi“: il cantante crotonese si presentava in molte trasmissioni dell’epoca con una pompa di benzina in mano deridendo questa situazione, non a caso era ripreso molte volte dai presentatori che ovviamente assopiti nell’indifferenza generale cercavano di non dare molto sfogo a molte tematiche… Personalmente penso che l’apice del suo talento l’abbia raggiunto nella canzone “Mio Fratello è figlio unico” una canzone che graffiante che esprime in maniera poetica quello che era l’uomo che si rifiutava di vivere con le logiche che pervadevano l’Italia di quell’epoca ovvero corruzioni, tangenti, uniformità di pensiero….Rino lo apostrofa così: “malmenato,deriso,sfruttato, umiliato” proprio perché era impensabile che qualcuno potesse sottrarsi a quelle logiche.
Rino, quelle generazioni che citavi tu, ti hanno ascoltato, hanno accolto il tuo messaggio e si chiedono tutt’ora cosa successe sulle Spiagge di Capocotta il 9 aprile 1953…