Una mamma di Torvaianica scrive alle maestre: “Grazie per i compiti a casa”, affermando come il suo bambino riesca a concentrarsi nella sua attività (rugby) anche grazie alle motivazioni che secondo questa madre i compiti e le maestre trasmettono.
Ad inizio scuola a settembre invece, un papà di Varese scrisse alle insegnanti che preferì far fare attività ricreative al proprio figlio invece di costringerlo a svolgere i compiti delle vacanze.
E se il miglior modo fosse proprio consigliare e far riuscire a conciliare compiti e attività al proprio figlio senza snobbare nè uno nè l’altro? Se riuscissimo a far passare il messaggio che i compiti fanno parte della formazione di un bambino senza però costringerlo a farli nel caso volesse uscire con i propri amici o voler giocare sotto casa? E’ formazione anche quella e di certo gli estremi fanno sempre male.
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