Non sono un esperto della vita, non sono esperto di arte e soprattutto non sono un musicista, però ho un orecchio molto sensibile. Vi starete chiedendo se ciò che scriverò sia una critica denigratoria all’immagine di Coez ed adesso lo scoprirete. Ebbene Coez fa schifo, sì: fa schifo perché racconta la quotidianità in modo semplice e conciso ma soprattutto in modo originale. Fa schifo perché non rispetta i canoni musicali delle grande major discografiche, perché non rispetta l’apparenza a cui ricorrono in tanti nella nostra società pur di farsi accettare, fa schifo perché non ha paura di trasmettere un sentimento diffuso quanto blindato, nascosto, poiché troppo intimo.
Coez fa schifo perché imprime un significato ben definito nelle sue frasi ma soprattutto nelle parole che a loro volta anche loro fanno schifo perché scontate. Coez fa schifo perché cresciuto negli ambienti romani, e si sa Roma fa schifo: hai mai visto qualcuno non ubriacarsi davanti al Colosseo? “Niente mi fa di più che stare dentro te”, è una frase scontata ma abbiamo mai provato a guardarci tutti dentro? “Questa va per te che hai lottato per me, c’è chi ha due genitori ma tu vali per tre”, con una dedica alla propria madre così profonda fa schifo, è vero, fa tremendamente schifo di amore che noi tutti proviamo verso un nostro genitore, ma non sempre sappiamo esprimerlo al meglio per via di due caratteri opposti o semplicemente per piccole ostilità quotidiane. “Dentro l’amore c’è una punta d’odio e viceversa, che ti sei persa”, c’è l’odio della figura ingombrante di un’ipotetica persona accanto a noi, e questo fa schifo, fa schifo perché dovremmo fare a meno di tutti quei piccoli vizi e quelle abitudini che abbiamo nella ricerca ossessiva di apparenza che fa distogliere gli occhi del cuore dalla verità.
“Non scordarti di me, siamo morti insieme, io ho qualcosa di te, tu hai qualcosa di me che m’appartiene”, morire insieme tutto sommato non è bello anzi, fa schifo ed è ancora più insopportabile se in due persone restano i legami più forti che si possano provare ed avere poche volte nella vita, se non quasi mai. “So che vuoi solo andartene da qua, da questo vuoto che uccide, da questo spicchio di realtà dove nessuno sorride”, l’apice dello schifo, andarsene nonostante tutti hanno il broncio e uno dei due preferisce l’oscurità degli altri piuttosto che la felicità e l’amore del cuore di una sola persona. “Ho aperto la testa aperta per bene, per vedere se c’era un rimasuglio di noi, c’ho visto un’orchestra”, nutrire una speranza anche in un dettaglio personale e riservato fa schifo, vedere la positività e percepirla fa schifo, figuriamoci condividerla. Silvano, tu continua fare schifo che noi ci prenderemo la briga di apprezzarti e recepire le emozioni che vuoi trasmetterci, grazie Coez.