Omicron 3: è già preoccupazione tra gli scienziati. Mentre il Presidente del Consiglio Mario Draghi parla di dati incoraggianti e di allentamento delle restrizioni, Omicron ha già variato il virus in una sottovariante denominata BA3, cioè Omicron 3. La variante principale, quella dominante, resta Omicron 1, quella che fa registrare al momento il maggior numero di casi positivi, ma successivamente sono state registrate due sottovarianti, Omicron 2 e, adesso, Omicron 3.
Omicron 3: cos’è, come si presenta, contagiosità e sintomi
Questa ultima variante di Omicron, BA.3, ha alcune differenze rispetto a Omicron e Omicron 2. Cerchiamo di capire meglio. Rispetto a Omicron, la variante BA.2 ha 32 mutazioni uguali mentre 28 completamente diverse. Omicron 3, invece, condivide la maggior parte delle mutazioni con BA.1 e BA.2, tranne una. Potrebbe sembrare insignificante, ma una singola mutazione potrebbe invece portare a cambiamenti importantissimi, come ormai l’esperienza ci sta insegnando. Basta vedere l’evoluzione di questo Coronavirus.
Allarme Omicron: altissima contagiosità
Ma qual è il rischio di Omicron rispetto alle altre varianti? Innanzi tutto la sua altissima contagiosità: adesso che il virus sembrava essersi indebolito, soprattutto in Europa, la nuova variante proveniente dal sud Africa ha fatto nuovamente innalzare i contagi. C’è da preoccuparsi? I ricercatori Jiahui Chen e Guo Wei Wei dell’Università del Michigan, in uno studio in pre-pubblicazione hanno ricostruito un modello matematico per simulare l’infettività di entrambe le sottovarianti, rispondendo così a questa domanda.
Dagli studi è risultato che la variante Omicron 2 ha un lignaggio 1,5 volte più contagioso di Omicron 1. Ma non solo: è ben 4,2 volte più contagioso della variante Delta. C’è da dire che i sintomi di omicron sono più lievi rispetto a quelli di Omicron e anche la durata della malattia è inferiore rispetto a quella di Delta. Riguardo alle sottovarianti, Omicron 2 risulta sfuggire al vaccino il 30% delle volte in più rispetto a Omicron 1, e 17 volte in più rispetto alla variante Delta. Omicron 2 potrebbe quindi, sempre secondo gli scienziati, «diventare la prossima variante dominante».