Il vaiolo delle scimmie, come se non bastasse il Covid, è arrivato anche in Italia e allo Spallanzani di Roma è stato isolato, come ha fatto sapere l’assessore D’Amato, il primo caso a livello nazionale. Dopo il Regno Unito, la Spagna, il Portogallo, ora la malattia è stata registrata nel nostro Paese, ma la situazione, fortunatamente, sembrerebbe essere sotto controllo e costantemente monitorata.
Chi è il primo paziente contagiato
Si tratta di un ragazzo appena rientrato dalle isole Canarie. L’istituto nazionale per le Malattie infettive ha spiegato che il ragazzo si era presentato al Pronto soccorso dell’Umberto I e successivamente è stato isolato allo Spallanzani. Al momento ci sono altri due casi sospetti, che però sono in fase di accertamento. Nessuno, però, sembrerebbe destare preoccupazione.
Cos’è il vaiolo delle scimmie, la mortalità
Il vaiolo della scimmia, che ora è arrivato anche in Italia, è un virus chiamato Monkeypox, che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus, quindi lo stesso di vaiolo, vaccina e cowpox virus. Si tratta di una malattia rara virale, che si trova per lo più nei Paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Si chiama così perché è stata scoperta nelle scimmie da laboratorio nel 1958.
Fortunatamente, però, il vaiolo delle scimmie è meno letale rispetto al vaiolo che si diffondeva tra le persone, ma negli esseri umani i sintomi possono comparire anche dopo circa 12 giorni.
Quali sono i sintomi più comuni
Tra i sintomi più comuni troviamo:
- cefalea
- febbre e brividi
- mialgia
- dolore alla schiena
- linfoadenopatia
- vescicole e pustole
- spossatezza
- lesioni cutanee a grappolo sul viso
- ingrossamento dei linfonodi.
Quanto dura
La trasmissione da uomo a uomo avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni, da 7 a 21. Stando agli studi, nei primi giorni potrebbe esserci la febbre, poi il paziente potrebbe sviluppare un’eruzione cutanea pustolare, prima sul volto, poi sulle altre parti del corpo. Con la malattia che, generalmente, dura da 2 a 4 settimane.
Come si trasmette la malattia
Gli uomini, come spiega l’ISS, possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o con il contatto diretto con sangue, lesioni di animale infetto, liquidi organici. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, ma come già detto è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa, addirittura, che il virus possa trasmettersi per via orale diretto o contatto faccia a faccia prolungato, ma anche tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati, come la biancheria o l’abbigliamento.
Come si cura il vaiolo delle scimmie
Al momento non esiste una cura specifica, ma pare che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie sia inferiore nelle persone che sono vaccinate contro il vaiolo. Si stanno valutando farmaci antivirali per il trattamento, ma ora in Italia la situazione resta sotto controllo, costantemente monitorata.