E’ Adriano Trevisan la prima vittima in Italia del coronavirus.
L’uomo si è spento nella serata di ieri, intorno alle 22.45, mentre era ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova.
Adirano Trevisan aveva 78 anni, ex muratore, era ormai in pensione e passava il suo tempo libero giocando a carte con alcuni amici nei bar del suo paese, Vo’ Euganeo.
Da circa 2 settimane, il 78enne presentava i sintomi di una brutta influenza ma, non essendo mai entrato in contatto con persone provenienti della Cina, non aveva alcun sospetto che si trattasse invece di coronavirus.
Dieci giorni fa, le condizioni di Trevisan si erano fatte più serie, così il pensionato si era recato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Schiavonia, dove i medici ne avevano deciso il ricovero.
Dal Pronto Soccorso, Trevisan era quindi stato ricoverato prima nel Reparto di Geriatria, poi in quello di Medicina Generale, entrando così in contatto con molti altri pazienti e personale medico.
Arrivati a mercoledì 19 febbraio, i sintomi del 78enne erano notevolmente peggiorati, così come quelli di un’altro paziente di 67 anni anch’egli ricoverato insieme a Trevisan.
Il 67enne aveva condiviso con Trevisan non solo la stanza d’ospedale, ma anche molto tempo libero.
Prima del ricovero, infatti, i due avevano giocato a carte insieme negli stessi bar e frequentato lo stesso giro di amicizie.
Giovedì i due pensionati erano stati sottoposti entrambi al tampone faringeo.
Ieri pomeriggio, a circa 24 ore dal test, è arrivata la risposta che ha spiazzato tutti: entrambi erano positivi al coronavirus.
Purtroppo per Trevisan non c’è stato nulla da fare, nel giro di poche ore le sue condizioni sono perggiorate ulteriormente. L’anziano è stato spostato nel reparto di Terapia Intensiva, ma intorno alle 22.45 di ieri è deceduto.
Ora si teme per le condizioni del 67enne.
Intanto due bar di Vo’ Euganeo, dove Trevisan e il 67enne erano soliti giocare a carte, sono stati chiusi con un’ordinanza del sindaco Giuliano Martini,
Le autorità stanno indagando per capire chi, nella cerchia di amicizie e frequentazioni dei due pensionati, possa essere l’untore del contagio.
I familiari dei due anziani sono in isolamento fiduciario domiciliare e sottoposti a vigilanza quotidiana.
Da ieri il piccolo paese di Vo’ Euganeo, con soli 3.300 abitanti, è completamente isolato: le scuole e i negozi sono chiusi, i mezzi pubblici sospesi e lavoratori costretti a casa. Anche le attività ludiche e sportive e i festeggiamenti del Carnevale sono stati sospesi.
Il governatore veneto Luca Zaia ha riunito nella sede dell’Usl di Vo’ Euganeo l’unità di crisi che, in collegamento con il ministro Speranza e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha adottato le misure descritte e altre prudenziali.
“L’ ospedale di Schiavonia sarà chiuso e svuotato in 5 o 6 giorni – ha dichiarato Zaia – Nessuno potrà entrare, né i ricoverati saranno dimessi prima di essere stati sottoposti a tampone”.