Allarmano i risultati di due nuove ricerche, dalle quali emerge che la variante Omicron attacca più facilmente il naso dei bambini e può portare anche problemi di memoria.
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Omicron, i bambini sono maggiormente a rischio
La prima ricerca riguarda Omicron e la sua infettività verso le cellule giovani. Secondo lo studio, condotto in America e pubblicato dai ricercatori su “Plos Biology”, i bambini sono maggiormente a rischio. I ricercatori hanno fatto esperimenti in provetta mescolando il virus con le cellule nasali di 23 bambini sani e 15 adulti sani e hanno scoperto che le difese antivirali nel naso dei bambini “erano notevolmente meno pronunciate nel caso di Omicron”. Inoltre, il team sostiene che Omicron si sia riprodotto “in modo più efficiente nelle cellule del rivestimento nasale dei bambini rispetto sia a Delta sia al virus originale”.
Gli studi condotti fino ad oggi sul virus originale e sulle sue varianti dimostravano che i bambini avevano una risposta immunitaria più forte rispetto agli adulti. Questo però, secondo l’ultimo studio americano, cambia nei casi di Omicron.
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Covid e problemi di memoria
Nella seconda ricerca è stato invece osservato come la perdita d’olfatto abbia portato anche a problemi di memoria. Secondo quanto affermato dai ricercatori alla Conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association 2022, a San Diego, chi è stato positivo al Covid e ha avuto tra i sintomi i problemi di olfatto potrebbe avere problemi di memoria.
Lo studio, condotto in Argentina, è stato effettuato su un campione di 766 persone di età superiore ai 60 anni, di cui circa il 90% aveva contratto il virus. Su di loro sono stati eseguiti test fisici, cognitivi e neuropsichiatrici e due terzi dei partecipanti, dopo mesi, ha mostrato un certo livello di “compromissione della memoria”.
La leader dello studio fatto a Buenos Aires, Gabriela Gonzales, ha spiegato che bisogna comunque continuare a studiare il virus e le sue varianti per capire come prevenire l’impatto cognitivo a lungo termine.