Accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione, un 39enne, già ristretto per altra causa, è stato raggiunto da provvedimento di reclusione in carcere, la cui notifica è stata eseguita dai Carabinieri di Monterotondo su delega della DDA della Procura della Repubblica di Roma.
Il pestaggio, il furto e il sequestro
I fatti risalgono al 2018, quando un uomo, oggi 46enne, tentò di truffare tre uomini di Fonte Nuova, all’epoca dei fatti di età compresa fra i 23 e 37 anni, che decisero di vendicarsi dell’affronto subito e dopo averlo pestato in strada davanti a gente, lo derubarono del cellulare e dell’auto e lo sequestrarono, chiedendo come prezzo per la liberazione 20.000 euro.
La truffa che ha scatenato la vendetta
La vittima aveva promesso, mediante pagamento di 4500 euro ai tre indagati, di procurare loro illecitamente delle patenti di guida contraffatte. Nei primi giorni di settembre dello stesso anno, però, quando i tre si erano resi conto che le patenti erano grossolanamente false era scattata la vendetta che si era concretizzata nel pestaggio e nel sequestro di persona. E così, i tre, al termine di un primo filone di indagine, nel gennaio 2020 furono arrestati per i gravi indizi di colpevolezza raccolti a loro carico, per sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali gravi e rapina. Ma le attività investigative sono proseguite.
Le successive indagini hanno incastrato anche il 39enne
Le successive indagini dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, diretti dalla DDA di Roma hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’attuale indagato, convinti che dietro la violenta reazione c’era la mano di qualcun altro: il 39enne odierno indagato, sottoposto a molteplici procedimenti penali, nonché destinatario di misura cautelare per ipotesi di reato associativa nel mondo degli stupefacenti, con ruolo di vertice, dimostrativo della sua particolare capacità criminale e del “rispetto” di cui gode nel territorio di Fonte Nuova.