Il 28 dicembre del 1993 a New Orleans Romina Power sentiva per l’ultima volta la voce dell’amata figlia Ylenia Carrisi, prima della sua scomparsa nel nulla. Sono passati trent’anni da quel drammatico giorno, ma la Power non smette mai di ricordarla e dedicarle pensieri d’amore. Anche oggi in un toccante post su Instagram la cantante ha ricordato le innumerevoli doti della figlia: era empatica, generosa, umile, ma anche estremamente colta e intelligente. Parlava perfettamente 5 lingue diverse e prima ancora di terminare i suoi studi aveva ricevuto un’offerta di lavoro come insegnante al King’s College di Londra. In poche parole era “unica” come la definisce la madre.
Il cuore di una mamma non si rassegna mai
Nonostante Romina abbia accettato la dichiarazione di morte presunta della figlia pronunciata dal Tribunale di Brindisi vent’anni dopo la sua scomparsa, in cuor suo ha sempre sperato che Ylenia fosse viva e da qualche parte in America. In oltre un trentennio di ricerche e indagini, tantissime sono state le notizie, ma nessuna ha mai condotto ad un esito definitivo delle indagini. Davvero la figlia di Al Bano è morta annegata nel fiume Mississippi sotto l’effetto di droghe o è coinvolto qualcuno nella sua scomparsa? Dei misteri avvenuti in America questo è sempre stato uno dei più coinvolgenti perché riguardava la figlia di due personaggi famosi.
In numerosi post sul suo profilo personale Instagram la Power ricorda in modo strappalacrime l’adorata figlia. Il suo dolore sempre non avere mai fine, forse perché il cuore di una mamma non si rassegna mai alla scomparsa (o morte) di una figlia. In occasione dell’anniversario del compleanno di Ylenia Carrisi, ad esempio, aveva posto una foto di loro due abbracciate con la frase toccante “Dove sei Ylenia?“.
Ylenia Carrisi: un mistero lungo trent’anni
Centinaia di giovani donne sono scomparse nel corso degli anni a New Orleans, non solo Ylenia Carrisi non è mai stata trovata. Eppure è suo il nome che tutti ricordiamo, perché la sua drammatica vicenda e il dolore eterno dei genitori ci ha colpito nel profondo.
La tesi della morte per annegamento nel Mississippi, sostenuta da un guardiano, non è mai stata confermata perché il cadavere della bella italo-americana non è mai stato rinvenuto. Così come la tesi che si fosse ritirata in un convento e l’altra che la vedeva come vittima di un famoso serial killer americano di nome Keith Hunter Jesperson, anche se la prova del DNA diede esito negativo.
Che fine ha fatto Ylenia Carrisi? Cosa le è successo davvero? La sua sparizione è stata volontaria o è stata assassinata? Tante sono le domande a cui non c’è risposta e forse non ci sarà mai una fine a questa triste storia e al dolore di una madre che ricorda la figlia.