Vietato nominare il Natale e i nomi di origine religiosa, come per esempio Maria, che si trasformerebbe in un più internazionale “Malika”: da due giorni il documento della Commissione UE riguardante le nuove linee guida su una comunicazione più inclusiva sta facendo discutere, soprattutto in Italia, dove le tradizioni religiose sono più radicate. E proprio la “ribellione” italica, proveniente in particolar modo dal centrodestra di Salvini, ha portato l’esecutivo a optare per il per il ritiro del documento che modificava il linguaggio formale.
Ma facciamo un passo indietro. Lo scopo della Commissione Europea era quello di realizzare una comunicazione più inclusiva e non fare sentire discriminato nessun cittadino. Tuttavia si sono create, ben presto, una serie di tensioni a causa dei vincoli che imponeva. «La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nei loro compiti aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante, illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei, tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento», ha detto Helena Dalli, la responsabile del progetto e commissaria UE all’Uguaglianza.
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Il documento per la «comunicazione inclusiva», la polemica del centrodestra
Creato con lo scopo di non fare sentire discriminato nessun cittadino o cittadina europeo per genere, etnia, religione, orientamento sessuale o disabilità, il documento ha però presto scatenato molte polemiche. Tra i primi a muoversi in questo senso c’è stato il centrodestra italiano. Tali politici, infatti, hanno accusato l’esecutivo europeo di volere cancellare le “radici cristiane”. Da Matteo Salvini a Giorgia Meloni esprimono il loro dissenso. Il testo presentava alcune regole che hanno lasciato perplessi anche molti cittadini del nostro Paese, come «non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ‘ladies’ o ‘gentleman’ ma utilizzare un generico ‘dear colleagues’; quando si parla di transessuali identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola ‘the elderly’ ma ‘older people’; parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona».
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Altre richieste del documento per la «comunicazione inclusiva»
Ancora, nel testo si leggeva di fare «attenzione a non menzionare sempre prima lo stesso sesso nell’ordine delle parole, o a rivolgerti a uomini e donne in modo diverso – oppure – quando scegli le immagini per accompagnare la tua comunicazione, assicurarsi che le donne e le ragazze non siano rappresentate in ambito domestico o in ruoli passivi mentre gli uomini sono attivi e avventurosi». La questione del genere si estende anche alla modifica di alcune espressioni come «il fuoco è la più grande invenzione dell’uomo» che sarebbe dovuta diventare: «il fuoco è la più grande invenzione dell’umanità». Non solo una questione relativa al genere, ma anche ad altri elementi avvolti da un’aura negativa. Via, quindi, tutto ciò che è legato al colonialismo: non «colonizzazione di Marte» o «insediamento umano su Marte», ma «inviare umani su Marte».
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Il problema del Natale e del cristianesimo
Ciò che ha creato più polemiche, tuttavia, sono stati altri elementi espressi nel documento. Nello specifico la questione relativa al concetto espresso dalla Commissione di «evitare di considerare che chiunque sia cristiano», e nello specifico che «non tutti celebrano le vacanze natalizie (…) bisogna essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose». Perciò si era arrivati alla “cancellazione del Natale“: non usare espressioni quali «il periodo natalizio può essere stressante», ma «il periodo delle vacanze può essere stressante». E ciò si estende anche ai «nomi cristiani», quindi non «Maria e Giovanni sono una coppia internazionale», ma «Malika e Giulio sono una coppia internazionale».