Nessun reato di corruzione propria da parte del consigliere regionale Adriano Palozzi (FI) nella vicenda che ha visto coinvolto il costruttore Luca Parnasi.
Sei mesi esatti dopo l’arresto – Palozzi è rimasto ai dmiciliari fino alla settimana scorsa – i giudici hanno dato ragione ai legali del consigliere, che avevano presentato ricorso.
“Con provvedimento depositato nella tarda serata di ieri, la sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal mio avvocato – ha spiegato attraverso una nota stampa Adriano Palozzi – affermando l’insussistenza a mio carico del reato di corruzione propria di cui all’art. 319 CP, nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio della Roma. La Corte Suprema ha, pertanto, rinviato al Tribunale del Riesame di Roma la mia vicenda. Questa è la chiara dimostrazione che finalmente, dopo sei lunghi mesi, un giudice realmente terzo ha approfondito tutti quegli aspetti che ho sempre evidenziato agli organi inquirenti. Di tutto questo, tuttavia, prendo atto con amarezza, considerato che sono stato ingiustamente ristretto per sei mesi agli arresti domiciliari per una ipotesi di reato che oggi scopro essere insussistente dal massimo consesso giurisdizionale italiano. Alla luce di questo importante pronunciamento della Cassazione, dunque, prosegue con rinnovato slancio e fiducia il percorso che, sono sicuro, porterà al l’accertamento della verità”.