Oggi parliamo di un’altra perla a poca distanza da Roma. Il Parco della Mola, che si estende a circa cinque chilometri dal borgo di Oriolo Romano, in provincia di Viterbo. La stessa Oriolo è bellissima; si estende sui Monti Sabatini, presso una zona collinare ricca i boschi di castagni, cerri e faggi. Fa parte del Parco Regionale di Bracciano-Martignano e nonostante il comune si estenda per una superficie di poco superiore ai 19 km quadrati e si trovi a poca distanza dal mare, il suo territorio è particolare. Assai eterogeneo, si va dalla macchia mediterranea all’ambiente tipicamente maremmano, fino ad arrivare a quello montano presente nell’appennino a partire dai 900 metri di altezza.
Una delle isole più suggestive al mondo, altro che Maldive: si trova in questa regione
Il Parco della Mola
‘Mola’, già, perché prende il nome dal vecchio molino costruito nel 1573 dal feudatario Giorgio Santacroce. Si sfruttava così l’energia del fiume Mignone del fosso Biscione, al fine di realizzare banalmente la molitura del grano da farina. La Mola, peraltro, è essa stessa spesso denominata Biscione, ed è immersa in un verde spettacolare a poca distanza da resti di altre opere di canalizzazione. Presenti anche mura perimetrali in tufo, minerale assai presente in tutto il Lazio. Il territorio, anche considerando appunto la presenza del tufo, è chiaramente vulcanico. Qui sono presenti diverse sorgenti termali, di cui una omonima denominata proprio ‘della Mola’. Le sue acque hanno una temperatura che si aggira tra i 25 e i 28 gradi, e sono caratterizzate da emissioni gassose. La facoltà di Agraria dell’università della Tuscia ha attrezzato il Parco. Qui sono quindi presenti tavoli per il ristoro e due piccole piscine che raccolgono l’acqua sulfurea termale.
Storia e natura qui si fondono in perfetta armonia
Meta turistica di rilievo e peraltro poco esplorata rispetto alle sue potenzialità, è un luogo ricchissimo di storia e cultura. Qui storia, prevalentemente rurale, e natura si fondono in perfetta armonia. Il Parco offre laghi di acque cristalline, una buona rete sentieristica che si snoda tra le colline, e fitti boschi con flora variegata. Ottimo per chi ama il trekking e il birdwatching è anche facile da raggiungere. Il Parco della Mola è accessibile sia a chi vuole viaggiare in auto sia a chi viaggia con i mezzi pubblici. Le strade sono ben segnalate ed è presente una ottima rete di trasporti pubblici.
Il laghetto sotto alla cascata e altre peculiarità
Il fiume Mignone, che abbiamo citato, è stato oggetto di particolari miti. Secondo Virgilio, il corso d’acqua era conosciuto da Enea. Lo avrebbe percorso al fine di raggiungere le popolazioni etrusche alla ricerca di alleati, nella zona di Cerveteri e Tarquinia. Si allarga qui, a un certo punto, un pittoresco laghetto sotto la cascata circondata da una ricca vegetazione. Il colpo d’occhio è suggestivo. La zona è altresì ricca di altre sorgenti termominerali, conosciute anche dagli antichi Romani che sfruttarono diverse località del territorio. Le manifestazioni termali sulfuree non si contano e sono ricche anche di altri minerali. Alcuni, per un po’ di tempo, hanno denominato tutta questa area ‘L’Amazzonia del Lazio’, soprattutto in ordine alla flora e ai numerosi corsi d’acqua. I vecchi cacciatori del posto raccontano che, introno al 1930, in questi luoghi furono avvistati almeno due serpenti giganteschi simili ad anaconde. Non abbiamo però a questo proposito solide fonti storiche. Interessanti sono anche i fenomeni rispetto alla temperatura dell’aria, che diminuisce scendendo verso il basso. Il fenomeno di inversione termica è particolarmente marcato. A causa della scarsa diffusione della radiazione solare si determina un progressivo ombreggiamento he accompagna appunto la diminuzione della temperatura. Così si crea un microclima molto più fresco e umide rispetto all’area più esposta. Si apprezza anche il cambiamento delle alberature, che mano mano che si procede verso l’interno della regione, muta si adatta alle condizioni più fredde.