“La sedia del diavolo”: nel quartiere Nomentano c’è un rudere molto particolare e interessante con un appellativo altrettanto curioso.
Roma nasconde e aiuta a scoprire. Ogni anfratto della Città Eterna è ricco di retroscena: scovarli tutti è impossibile, ma applicandosi è consentito andare alla ricerca delle curiosità più uniche che rare. Al pari di un’escape room da cui bisogna ricavare il mistero risolvendolo come se fosse un enigma. Tutto è sotto gli occhi di tutti, ma proprio quello che non vediamo talvolta fa la differenza. È il caso di un vecchio rudere denominato “La sedia del diavolo”.
Si trova in Piazza Elio Callistio a metà tra i quartieri Nomentano e Africano. È un tempietto dedicato a Elio Callistio, un liberto dell’Imperatore Adriano. Questi erano luoghi di sepoltura. Il culto dei romani era molto simile a quello odierno con la differenza che, nell’aldilà, si credeva fossero consentiti anche oggetti e materiali. Idealmente. Quindi ciascuno si faceva seppellire in queste costruzioni imponenti così da avere un “biglietto da visita” particolare al momento del trapasso. Una sorta di presentazione dal mondo moderno in attesa dell’arrivo nel regno dei cieli. Oggi di moderno c’è altro, ma restano i ricordi e le costruzioni.
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“La sedia del diavolo”, cos’è e dove si trova
Nella fattispecie questa è una cattedra vescovile di enormi dimensioni, proprio a ricordare le gesta di una personalità particolarmente importante e incisiva. Inoltre è stato anche rifugio per pastori e vagabondi. Viene altresì conosciuta come “la sedia del diavolo” anche perchè nelle epoche successive ai romani si pensava che potessero utilizzare la costruzione per fare dei riti particolarmente esoterici. Una sorta di rievocazione continua dal mondo dei morti con Satana che – a detta dei racconti proposti – non ha preso molto bene l’idea di essere disturbato. Proprio questa commistione fra cultura e mistero consente ai turisti di accorrere in massa, spinti dalla volontà di capire quanto è vero quel che si diceva.
Sembra che queste rievocazioni avessero anche un seguito e qualcuno abbia effettivamente parlato con il mondo dell’aldilà. Infatti veniva anche usato come simbolo da determinate associazioni di magia nera presenti ancora oggi sul territorio capitolino. Ovviamente in maniera intima e nascosta, perchè ancora non vengono condivise e accettate da tutti. Chi non crede a questi racconti può ugualmente godersi un posto senza tempo: i più coraggiosi hanno fatto anche le fotografie come se fossero in un film horror. “La sedia del diavolo” è uno dei posti più gettonati ad Halloween, con buona pace di Elio Callistio che tutto pensava fuorché finire in questa maniera. D’altronde l’importante è che se ne parli e Callistio un posto nella storia se lo è guadagnato, seppur a tinte fosche.