La Tomba di Nerone, situata all’interno del rione di Campo Marzio a Roma, è un affascinante monumento – seppur poco conosciuto da cittadini e turisti – dell’antichità imperiale. Tale struttura, secondo gli archeologi e gli storici dell’epoca romana, si porterebbe con sé una storia intrisa di misteri e controversie. Tale tomba, infatti, spesso associata al Sepulcro dei Domicii, ovvero la tomba che è stata eretta intorno al 64 d.C. per accogliere i resti di Publio Vibio Mariano, che era un eminente prefetto di Roma durante il regno dell’Imperatore di cui stiamo scrivendo.
Cosa sappiamo della tomba di Nerone ai giorni nostri
Questo imponente edificio dalla forma circolare, dagli architetti romani venne costruito in muratura di tufo, presentando al suo interno un diametro di circa 30 metri e un’altezza di circa 20 metri. La sua facciata, com’è possibile osservare, è adornata da un’iscrizione in latino che commemora la figura del prefetto romano Mariano. L’interno della tomba, una volta varcato, ci porta davanti a una suddivisione in due camere, una delle quali utilizzata dagli antichi romani per seppellire il defunto.
Quando venne costruita la tomba di Nerone?
La data di costruzione della Tomba di Nerone, facendo appello ai libri di storia antica, coincide con l’anno del grande incendio che devastò la città di Roma. Questo leggendario incendio, attribuito alla mano dell’imperatore Nerone, suscitò negli antichi molte polemiche e contribuì al suo esilio fuori dalla Città imperiale e al suo successivo suicidio. Tuttavia, la costruzione della tomba nello stesso anno solleva interrogativi sulla sua reale associazione con l’imperatore che “bruciò la città”. Essendo l’Imperatore esiliato, lascia perplessità l’ipotesi di come Roma potesse accoglierne le spoglie una volta deceduto.
La tomba di Nerone dopo la morte dell’Imperatore che bruciò Roma
Dopo la caduta dell’imperatore Nerone a Roma, la tomba per gli antichi romani ha continuato a svolgere un ruolo significativo. A tal proposito, è risaputo come tale sito abbia accolto negli anni i resti di altri membri della famiglia Domicii. Durante il Medioevo, poi, l’edificio venne trasformato in una chiesa dedicata alla figura di Santa Maria del Popolo, mantenendo comunque intatto il suo fascino storico legato all’esperienza dell’Antica Roma e del suo Imperatore.
La confusione tra la tomba di Nerone e il Sepulcro dei Domicii
La confusione tra la Tomba di Nerone e il Sepulcro dei Domicii, come fanno notare numerosi accademici di storia antica, persiste ancora a causa dell’etichetta ancora in uso per la zona circostante, comunemente chiamata dai romani come “Tomba di Nerone”. Questa denominazione, oltretutto, nel tempo fu consolidata da opere d’arte, come avvenne peraltro con l’incisione di Giovanni Battista Piranesi del 1748, che erroneamente raffigurava questo luogo alle porte di Roma con l’iscrizione di “Tomba di Nerone”.
L’iscrizione che tributa il prefetto Publio Vibio Mariano
Tuttavia, l’iscrizione latina sulla facciata della tomba è inequivocabile: per chi padroneggia il latino classico, tale scritta altro non è che un tributo funerario alla figura del prefetto Publio Vibio Mariano. In merito a questo fatto storico, unito poi alla data di costruzione della tomba in oggetto, tutto suggerisce come la sua connessione con la figura dell’imperatore Nerone sia più complessa di quanto si possa pensare. Un quesito che, a livello di storia antica, gli accademici cercano ancora di districare per la voglia di fare luce attorno alla vita del famoso Imperatore romano.
La tomba di Nerone un’importante testimonianza dell’Impero Romano
In merito agli studi effettuati, la Tomba di Nerone rimane un monumento di notevole importanza storica, testimonianza di un’epoca tumultuosa dell’Impero Romano. La sua storia intrecciata con la figura di Nerone e la famiglia Domicii, continua a catturare l’immaginazione, alimentando la curiosità e la controversia che circonda questo antico maestoso sepolcro romano.
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