Cresce l’apprensione per le varianti del Coronavirus. Dopo la Sudafricana, l’inglese, la brasiliana e la Delta, arriva la Variante Iota: attualmente monitorata dagli studiosi per tenerne sottocontrollo lo sviluppo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, il ceppo della variante Iota sarebbe maggiormente presente negli Usa. Tuttavia quest’informazione va contestualizzata in relazione sia allo sviluppo della pandemia sia al fatto che gli studi effettuati, per forza di cose, hanno come riferimento dei dati passati. Alla luce di questo, la diffusione della mutazione degli Usa appare diminuita.
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Variante Iota, cos’è
Questa variante è stata registrata per la prima volta a New York nel novembre 2020. Le ricerche effettuate in merito parrerebero indicare una sua maggiore trasmissibilità, capacità di bucare lo scudo vaccinale nonchè aumentare il tasso di mortalità da Coronavirus rispetto agli altri ceppi esistenti. In linea generale si può pertanto dire che in quanto a caratteristiche di trasmissione, capacità di eludere i vaccini e letalità, la variante Iota e quella Inglese presentano caratteristiche simili.
Variante Iota, sintomi
La somiglianza tra variante Iota e quella inglese si manifesta ancheper quel che riguarda la sintomatologia che vede come sintomi maggiormente comuni: brividi, perdita di appetito (soprattutto tra i 18 ed i 54 anni e negli over 55), mal di testa (soprattutto fra i 5 e i 17 anni) e dolori muscolari (nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 54 anni). Attualmente in Italia si sono registrati solamente sporadici casi.