L’India sta andando verso il collasso a causa della Pandemia. E’ la prima volta che un paese supera i 300mila contagi in un giorno. Nella giornata di ieri in sole 24 ore si sono registrate 314.835 contagi. I decessi, secondo il Ministero della Salute, sono stati 2.104. Tutti parlano della variante indiana, ma cos’è? In cosa si differenzia dal Covid-19?
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Variante indiana: cos’è
In India la situazione è davvero difficile da sostenere, Nuova Delhi ha adottato misure di confinamento fino al 26 aprile e di restrizioni nello stato del Maharashtra. La variante indiana spaventa non solo lì però: anche perché nel frattempo è già arrivata in Europa. E’ stata denominata come B.1.617 ed è stata individuata la prima volta proprio nel Maharashtra, ad ottobre. La caratteristica principale è che, questa variante, presenta ben 2 mutazioni del virus ed ora si trova nel 15/20% dei campioni sequenziati nel paese. I suoi effetti sono ancora in corso di valutazione però per la pericolosità dei contagi, della letalità e della resistenza vaccino. In Europa però è già allarme: è stata infatti già segnalata nel Regno Unito, Belgio, Germania e Svizzera.
Variante indiana: resistenza e mutazione
Nonostante la resistenza ai vaccini debba essere ancora provata scientificamente, l’allarme della variante riguarda in ampia parte i giovani. Proprio per questo si è guadagnata la fama di variante “doppia mutante” ed è pericolosa perché potenzialmente resistente ai vaccini o alle cure. Ha dunque più capacità di aggirare il sistema immunitario e diventare resistente agli anticorpi. E’ doveroso però ricordare che le varianti possono sì mettere in pericolo l’immunità di gregge ma allo stesso tempo le case farmaceutiche dei vaccini parlano già di una “terza dose”; quest’ultima dovrebbe essere efficace proprio per placare l’ondata delle varianti, soprattutto questa indiana.