La variante Delta del Coronavirus sarà dominante anche in Italia. Ne è sicuro il Professore Andrea Crisanti che all’Adnkronos Salute ha dichiarato, sulla base dei dati comunicati dal Regno Unito, “che tale mutazione ha un indice di trasmissione più alto, e dunque è evidente che ha un vantaggio competitivo e quindi si espanderà”. Le parole del Direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova arrivano dopo l’individuazione dei primi focolai della mutazione indiana di Sars-Cov 2 guardando soprattutto alle sue possibili ripercussioni in ambito nazionale.
Variante Delta in Italia al 26% per il Financial Times
Secondo una stima del Financial Times la circolazione in Italia della variante indiana sarebbe attestata al 26% dei casi totali ponendola al quinto posto nel mondo. Ai primi posti troviamo ovviamente l’India, Gran Bretagna e Portogallo quindi USA e per l’appunto il nostro Paese.
Più casi ma meno gravi grazie ai vaccini
Nonostante il comprensibile allarme è bene considerare un altro dato importante. Se è vero infatti che tale variante sembra più contagiosa grazie ai vaccini i casi gravi – e soprattutto i decessi – al momento restano ampiamente sotto controllo. Prendiamo il caso del Regno Unito: benché ieri (21 giugno, ndr) si siano registrati oltre 10.000 nuovi casi ci sono stati solamente 5 decessi.
“Anche se i contagi in UK sono certamente cresciuti negli ultimi giorni – sebbene siamo abbondantemente sotto ai 100 settimanali su 100.000 abitanti – non crescono i decessi”, ha commentato ai nostri microfoni a tal proposito il docente dell’Università di Tor Vergata Luca Andreassi. Questo è la riprova che, spiega il Professore, “anche se i vaccini non riescono ad immunizzare completamente da eventuali varianti del virus, certamente proteggono da complicazioni gravi”.