Valerio Frijia era un ragazzo di soli 15 anni morto in circostanze misteriose la notte del 13 gennaio 2018. Le versioni ‘ufficiali’ raccontano di un investimento avvenuto sui binari della stazione di Labico, piccolo comune alle porte di Roma, da parte di un Intercity diretto a Bari. Ma sin da subito i genitori e i familiari non hanno creduto a questa narrazione dei fatti. A distanza di oltre due anni non si sono arresi e continuano a chiedere la verità sulla morte del figlio.
Cosa è successo quella notte
Per il papà ci sarebbe l’ombra dello spaccio di droga sul caso. Quella tragica notte Valerio esce di casa verso mezzanotte non facendosi sentire da nessuno. Dove va? Con chi? Quaranta minuti dopo il suo corpo viene travolto sul treno sui binari della tratta ferroviaria che passa a Labico. I genitori non hanno dubbi: qualcuno voleva toglierlo di mezzo. Che il passaggio del treno sia servito allora soltanto a fornire una “facile” spiegazione di quanto accaduto compromettendo praticamente qualsiasi prova?
La vicenda, c’è da dire, ha sconvolto l’intera comunità di Labico causando polemiche, accuse e perfino una diatriba con l’amministrazione comunale che pochi giorni fa, attraverso il profilo personale del Sindaco Danilo Giovannoli, era stata costretta a pubblicare un post eloquente dal titolo «Essere ogni giorno accusati di omertà o esortati alla vergogna è assurdo e quasi surreale». Insomma: il caso è, ad oggi, tutt’altro che chiuso.
Verità e giustizia per Valerio
In questi mesi i familiari di Valerio Frijia non hanno mai perso la speranza chiedendo agli inquirenti di continuare ad indagare sul caso fornendo tutti gli elementi che di volta in volta scoprivano. Non a caso, nel febbraio scorso, il GIP aveva deciso di riaprire le indagini per omicidio colposo sulla morte del 15enne. Come sostengono i genitori infatti Valerio non sarebbe finito lì per caso, piuttosto sarebbe stato attirato alla stazione da qualcuno. Ma per quale motivo? Qualcuno voleva tendergli un agguato? La sua storia è raccontata su Facebook in una pagina nata proprio con lo scopo di far luce sull’accaduto.
Chi era Valerio Frijia
Sulla pagina Verità e Giustizia per Valerio è riportato il racconto in quattro parti che riportiamo di seguito. «Valerio Frijia era un normalissimo ragazzo di 15 anni che era cresciuto e viveva a Labico. Proveniva da una buona famiglia di lavoratori, era un buon studente e frequentava il secondo anno del Liceo Linguistico Niccolò Machiavelli a Roma. Giocava nella squadra di calcetto di Labico, era ben voluto da tutti, è sempre stato un ragazzo generoso, tranquillo che non ha mai avuto problemi con nessuno. Allora com’è possibile che un ragazzo di 15 anni possa avere avuto una morte del genere? Era il 12 Gennaio venerdì precisamente. Valerio torna da scuola, il padre lo va a prendere alla stazione, sembrava tranquillo, mangia un panino e si va a riposare. Verso le ore 16 esce e lí forse succede qualcosa. Quando rientra verso le 18 era arrabbiato tant’è che si chiuse in camera per tutta la sera».
«I genitori provano a contattarlo, Valerio non risponde finché verso le 20 la madre che bussava insistentemente sulla sua porta riceve una risposta: “Mà lasciame riposa per favore”. Tutti noi abbiamo pensato che forse dopo una settimana di scuola fosse stato stanco o che aveva preso qualche brutto voto a scuola. Resta il fatto che Valerio non scende nemmeno per la cena, quel piatto di pasta preparato con amore dal padre non è mai stato mangiato. Dopo le continue chiamate sia verbali, sia telefoniche tutti pensiamo che Valerio stia dormendo. Alle 22:30 suona il citofono, erano due suoi amici che lo cercavano. Il padre cerca di chiamare Valerio che non risponde nuovamente, allora loro vanno via. Sono le 23 il papà va a dormire dopo una settimana stancante di lavoro, alle 23:30 viene svegliato dall’acqua che scorre in bagno per buoni 10 minuti, Valerio si era alzato probabilmente si stava lavando. Torna in camera chiude la porta e alle 00:06 esce di casa non facendosi sentire da nessuno. Dove va? Con chi? Il fratello Emanuele torna a casa alle 00:15, vede la porta di Valerio chiusa, pensa stia dormendo, si mette a guardare la TV fino alle 2 convinto che Valerio stia a casa. La mattina dopo la tragica scoperta, la madre apre la porta della camera di Valerio e vede che il figlio non c’è».
«Inizialmente pensiamo sia andato a dormire da qualche amico, contattiamo tutti, Emanuele esce a cercarlo vede la polizia mortuaria alla stazione di Labico e due pattuglie della polizia, ma non sa che stavano lì per il fratello. Alle 14 andiamo dai Carabinieri che ci informano di un investimento ferroviario accaduto nella notte proprio a Labico. Ci cade il mondo addosso. Interrompo qui il racconto iniziale. Tutto quello che sarà pubblicato corrisponde alla verità dato che sono un suo familiare e ho vissuto la storia in prima persona. Verranno aggiunti molti altri particolari della vicenda per cercare di renderla più chiara. Cerchiamo di dare visibilità alla pagina per rompere il silenzio che si è creato intorno a un fatto che merita GIUSTIZIA. Grazie».
La tragica scoperta: Valerio Frijia è morto
«Eravamo rimasti alle ore 14 quando i carabinieri ci comunicarono che c’era stato un investimento presso la stazione di Labico. Ci consigliano di andare alla Polfer per avere ulteriori informazioni. In preda al panico e alla disperazione andiamo a Colleferro. Noi purtroppo eravamo già certi del fatto che fosse Valerio, non era mai mancato così tanto tempo da casa senza avvertire. Alla Polfer diamo tutte le informazioni possibile per cercare di fare un po’ di chiarezza dato che di chiaro non c’era nulla. Diamo i nominativi della gente che frequentava Valerio, gli stessi che in seguito subiranno degli interrogatori ridicoli e che si inventeranno delle fandonie pazzesche».
«Torniamo al 13 Gennaio. Sono ormai le 21, chiediamo di poter visionare i resti che si trovano all’obitorio di Torvergata, tale richiesta non viene accettata. Ci rimandano a casa senza nulla di concreto coscienti solo del fatto che mancava un pezzo della nostra famiglia. Arrivati alle 22 nemmeno ceniamo, il padre va alla stazione di Labico e camminando sulla banchina del binario 1 sotto un traliccio trova la scocca posteriore del telefono di Valerio. Il giorno dopo andiamo alla stazione per cercare nuovamente altri indizi e troviamo il suo calzino fantasmino bianco. Da lì ogni giorno andavamo alla stazione e a nostro rischio e pericolo più andavamo oltre la banchina del binario 1 verso Zagarolo più trovavamo oggetti e non solo purtroppo. Già perché forse per sbrigarsi a riaprire la linea ferroviaria , la pulizia dei resti non è stata fatta bene».
«Troviamo varie parti del corpo sminuzzate, resti del telefono tra cui la scheda SIM non dannegiata(importantissima) e la scheda madre del telefono di Valerio. Purtroppo trovare la mascella con i denti attaccati di colui che ha il tuo stesso sangue è stata la scena più brutta che ho visto in vita mia e sicuramente non vedrò mai di peggio. Consegniamo personalmente tutti i resti organici e telefonici trovati sui binari alle autorità che stavano seguendo il caso, paradossalmente le parti del corpo non volevano accettarle, abbiamo insistito e dopo qualche ora hanno accettato di portarle all’obitorio di Torvergata. So che questo racconto può essere macabro e “crudo” ma è tutto quello che noi abbiamo visto e raccolto con le nostre mani. Mi fermo qui per ora, seguiranno moltissimi nuovi racconti corredati da foto, video e documenti ufficiali».
La scoperta della droga nella camera di Valerio
«Dopo che noi famigliari abbiamo setacciato per quasi una settimana i binari, e dopo aver recuperato i vari resti, sono iniziate le indagini. Viene aperto un fascicolo presso la procura, il capo di imputazione è ” Omicidio colposo ai danni dei macchinisti”, questo fatto bloccherà per oltre un anno tutte le indagini. Gli inquirenti iniziano a sentire i famigliari per conoscere tutte le persone con cui Valerio aveva rapporti. Intanto noi continuiamo le nostre indagini, mentre mettevamo a soqqaudro la camera di Valerio in cerca di indizi abbiamo fatto una terribile scoperta».
«Nascosto dentro l’armadio c’era un discreto quantitativo di hashish. Da lì si apre un mondo che fino a quel giorno per noi era sconosciuto, dato che non avevamo mai avuto sospetti che Valerio facesse uso di sostanze stupefacenti. Da questo episodio si aprono molte ipotesi prese in considerazione soltanto da noi e mai dagli inquirenti. Cominciamo a credere che la sua morte poteva essere collegata a un debito mai pagato, ma i suoi amici mi hanno confidato la provenienza del fumo e mi hanno assicurato che la dose era stata pagata e che doveva essere divisa in 3 parti con altri suoi amici. Decidiamo di recarci spontaneamente dalle autorità giudiziarie e raccontare tutto quello che avevamo trovato. Intanto venivano sentiti 6 dei suoi amici, in interrogatori ridicoli con la durata di 2 minuti. La domanda più frequente era: “Valerio faceva uso di droghe leggere?”. La risposta puntualmente era: “Si Valerio faceva uso di droghe leggere, ma non so da chi la comprava e dove. Insomma i suoi compagni di merenda con cui aveva preso l’haschish e con cui avevamo scoperto in seguito faceva uso di sostanze stupefacenti non hanno raccontato nulla di particolare».
«C’è un curioso particolare. Una delle persone che Valerio aveva chiamato e cercato più spesso negli ultimi giorni racconta una storiella da film. Afferma che Valerio nei giorni precedenti alla sua morte l’aveva cercato per effettuare l’acquisto di un microfono musicale perché avevano intenzione di aprire un canale youtube caricando le loro canzoni. Valerio era un ragazzo riservato, non metteva nemmeno sue foto sui social, non aveva assolutamente la passione per il canto, infatti grazie a delle confidenze abbiamo scoperto che quelle chiamate erano dovute a un acquisto che dovevano fare insieme, il prodotto che dovevano acquistare era sempre dello stupefacente. Le indagini così vengono sviate, vengono sentite delle sue amiche virtuali completamente estranee ai fatti, viene inventata una fantomatica lite con i genitori che non era mai avvenuta, insomma viene trascurata completamente la pista più importante, quella del traffico degli stupefacenti, per coprire probabilmente un grande giro che metteva in mezzo molti ragazzi del paese».
Valerio Frijia: Voci e bugie
«Passa velocemente gennaio 2018 un mese freddo, cupo, il mese più brutto della nostra vita. Le domande sono ancora tante e le risposte mancano tutte. Noi famigliari continuiamo ad andare avanti, dopo una settimana il padre e la madre tornano al lavoro, il fratello torna a frequentare l’ultimo anno di scuola. Tutti si domandano cosa sia potuto accadere quella maledetta sera. La casa era sempre stracolma di gente, tutti avanzavano ipotesi, alcune assurde e insensate. Nel paese giravano voci false riguardo la nostra famiglia che ho dovuto smentire con un post su Facebook. Uscivano bugie a palate».
La scoperta del sentiero sopra la ferrovia: è lì che si annida la verità sulla morte di Valerio Frijia?
«Noi speravamo che le indagini della procura stessero facendo il proprio corso, i genitori sono stati chiamati per il test del dna per confermare che quei 1000 pezzi di un corpo umano una volta appartenevano a Valerio Frijia. Intanto noi facevamo le indagini per conto nostro, una mattina abbiamo deciso di percorrere un sentiero che si trova dietro a uno dei parchi principali di Labico, dove Valerio e i suoi amici si vedevano sempre. Questo sentiero macabro e nascosto si trova sopra la ferrovia. Abbiamo trovato dei resti di fuochi come se fosse stato bruciato qualcosa per occultare dei vestiti o delle prove. Magari potevano essere collegati alla morte di Valerio ma nessuno ha mai approfondito su questo. A un certo punto arriviamo su un punto dove non c’è nessun tipo di barriera, la vegetazione sembrava come se fosse stata schiacciata da qualcosa di pesante e data alle fiamme».
«A picco circa 15 metri più sotto ci sono i binari del treno direzione Cassino dove Valerio è stato investito. Da qui si apre un mondo, il giorno dopo raggiungiamo i binari in corrispondenza di quella sporgenza e troviamo l’accendino clipper di Valerio che è stato riconosciuto da un suo amico e il pacchetto di Camel Blue che Valerio mostra in una foto poco prima di morire. Perché la vegetazione dove è caduto, o è stato lanciato il corpo di Valerio è stata incendiata? Anche la polizia ammette che “Si ipotizza una caduta del corpo di Valerio in corrispondenza di quel burrone”. Inoltre c’è un altro mistero. Sempre grazie alle nostre indagini abbiamo scoperto che il telefono di Valerio è andato distrutto a 00:29, il treno Intercity Roma-Lecce che investirà quel povero corpo presumibilmente già privo di vita passa alle 00:40 con esattamente 10 minuti di ritardo».
«Questo elemento fa pensare a molte cose. Da fonti confidenziali ci è stato riferito che quel luogo era frequentato dai ragazzi per fumare qualche spinello (c’è anche chi prendeva qualche pasticca), infatti abbiamo trovato un blister vuoto di un medicinale antidepressivo che viene consumato insieme ad altre sostanze per sballarsi. Nessuno né parla ma c’è un grave problema sociale che colpisce molti ragazzi. Mi fermo qui, riflettete su quello che ho scritto e soprattutto sugli elementi che vi ho fornito non voglio farvi annoiare. Vi chiedo massima condivisione e collaborazione, perché si deve scoprire quello che è successo quella maledetta sera per trovare la verità sulla morte di Valerio Frijia ma soprattutto per salvare altri ragazzi. Seguiranno altri post con molti dettagli interessanti. Un saluto a tutti, non bisogna mai dimenticare un fratello! Rimango a disposizione degli inquirenti per fornire le prove sopra citate, anche se già visionate e non prese in considerazione».