In arrivo un nuovo vaccino che si propone come alternativa agli attuali: il suo nome è Nuvaxovid ed è prodotto dall’azienda americana Novavax. La sua caratteristica peculiare è che ha una base proteica, con spike. Pensato per agire sulle varianti non è però detto che sia migliore degli altri. Queste le parole di Silvio Garattini all’Huffington Post, presidente dell’Istituto Negri e decano degli esperti italiani di farmaci: «Questo vaccino è pensato per agire contro le varianti ma non è detto che sia migliore degli altri». Il vaccino sarà approvato a giorni dall’Ema, l’Autorità europea di controllo dei farmaci.
Vaccino Novavax: come funziona
Gli attuali vaccini funzionano con una tecnologia o mRna (Pfizer e Moderna) oppure utilizzando vettori virali (AstraZeneca e il Johnson&Johnson). Il Novavax, invece, fa produrre anticorpi contro il Covid con la stessa metodologia dei vaccini della pertosse o della meningite. Nello specifico, la tecnologia utilizzata è quella delle “proteine ricombinanti“: nel Novavax sono presenti, cioè, microscopiche particelle di virus che sono sommate a una molecola che stimola il sistema immunitario. Pfizer e Moderna, invece, funzionano attraverso la componente genetica mentre Astrazeneca e Johnson&Johnson usano un virus innocuo per l’uomo al fine di veicolare l’informazione anti-virus.
Vaccini e terza dose
La domanda che si pongono tutti è: quale è meglio per la Terza Dose? Gli studi recenti affermano che tutti i vaccini sono efficaci, tuttavia la tesi migliore, al momento, è un mix di vaccini: ovvero fare la dose booster con uno diverso rispetto al primo ciclo. A prescindere dal vaccino scelto, in ogni caso, rimane fondamentale l’utilizzo delle mascherine. Queste le parole di Massimo Ciccozzi, professore del Campus Biomedico: «Quello che conta veramente oltre al vaccino è portare sempre la mascherina. Anche dopo la terza dose».