I vaccini continuano ad essere uno dei temi caldi delle ultime settimane. In modo particolare si sta discutendo se effettuare o meno una terza dose di medicinale, così da contrastare la ‘perdita’ di efficacia che si verifica a partire dal sesto mese. Questo discorso vale per i vaccini Pfizer e Moderna mentre è leggermente diverso per quello monodose Johnson & Johnson, per il quale si parla- le ragioni sono ovvie- della possibilità di effettuare una seconda somministrazione.
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Vaccino Johnson & Johnson, ipotesi di una seconda dose
Non c’è ancora nessuna ufficialità ma gli studi procedono e le richieste per effettuare una seconda somministrazione del medicinale sono state inoltrate. La casa farmaceutica Johnson $ Johnson, vorrebbe infatti implementare l’efficacia del vaccino con una seconda dose dello stesso. La notizia,diffusa da un portavoce dell’azienda, vuole rendere merito dei positivi risultati ottenuti in questa fase sperimentale. Si tratta in particolare dei benefici per le persone già immunizzate e si pensa ad una somministrazione a distanza di 8 mesi dalla prima inoculazione.
Sono circa 2.000 le persone che negli Stati Uniti ed in Europa si sono sottoposte a trial clinici per analizzare le risposte immunitarie di un’eventuale seconda dose di vaccino. Sotto costante osservazione, i risultati ottenuti lasciano però ben sperare: rispetto a 28 giorni dalla prima dose è stato infatti registrato un aumento degli anticorpi pari a 9 volte. I volontari che si sono sottoposti allo studio hanno un età che va dai 18 ai 55 anni, mentre ai volontari con un’età pari o superiore ai 65 anni è stata inoculata una minore dose di medicinali e si stanno aspettando i risultati.
Vaccino Johnson & Johnson, a chi spetterebbe
Lo studio condotto dall’azienda farmaceutica americana è attualmente limitato a tutte quelle persone che precedentemente alla ricerche, avevano ricevuto lo stesso vaccino. Se dunque le analisi non verranno estese ad altri campioni di individui, l’eventualità di una seconda dose di vaccino targato Johnson & Johnson, riguarderà solamente la persone a cui è stato inoculato il medesimo medicinale. Infine, se è vero che i dati mostrati dalle ricerche lasciano ben sperare, l’iter da rispettare rimane lungo.
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