Il vaccino AstraZeneca in Italia è raccomandato agli over 60. E’ questa la decisione presa dal Ministero della Salute dopo l’ennesima valutazione dell’Ema. Il vaccino Vaxvezria (quello della casa farmaceutica AstraZeneca) è di nuovo al centro dell’attenzione, perché si sta cercando di capire se ci sono correlazioni tra la somministrazione e i rarissimi casi di trombosi. Per l’Ema “i benefici superano i rischi. Sono rari gli eventi di trombosi cerebrale“. Ma in Italia, cosa succede a chi ha già fatto la prima dose?
Vaccino AstraZeneca, seconda dose in Italia. Come funziona
“Al momento non abbiamo gli elementi per non considerare, per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per coloro che hanno già ricevuto la prima”, ha dichiarato ieri, nel corso della conferenza stampa, Franco Locatelli, Presidente del Css.
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Come si legge sul sito dell’AIFA, “non ci sono ancora dati sulla intercambiabilità tra diversi vaccini, per cui chi si sottopone alla vaccinazione della prima dose con il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca, ndr), continuerà a utilizzare il medesimo vaccino anche per la seconda dose”. La seconda dose deve essere somministrata tra 28 e 84 giorni dalla prima somministrazione. Ma l’AIFA specifica che: “i nuovi dati, pubblicati in febbraio 2021 in preprint sulla rivista ‘Lancet’, indicano un’efficacia dell’82% quando la seconda dose viene somministrata nel corso della dodicesima settimana. Ecco perché AIFA ritiene utile indicare la somministrazione della seconda dose del vaccino Vaxzevria idealmente nel corso della dodicesima settimana e comunque a una distanza di almeno dieci settimane dalla prima dose”.
Vaccini. Per la seconda dose si può usare un altro siero?
Al momento, non ci sono dati ufficiali sull’intercambiabilità tra diversi vaccini e da Oxford si sta cercando, con una sperimentazione clinica, di capire cosa succede se si mixano vaccini diversi. Va anche ricordato che AstraZeneca, Pfizer e Moderna sono diversi tra di loro: Pfizer e Moderna sono vaccini a RNA messaggero, mentre quello made in Pomezia-Oxford usa la tecnologia vettoriale. Quello che è certo è che gli esperti raccomandano di usare sempre lo stesso vaccino, almeno fino a quando non ci saranno studi certificati.
Intanto l’AIFA ricorda che bisogna che siano due le dosi somministrate perché “gli studi pubblicati ci dicono che una dose è sufficiente a provocare la desiderata risposta immunitaria entro due settimane e che questa risposta è fortemente potenziata dalla seconda dose. Non sappiamo quanto si prolunghi l’immunità dopo una prima dose. Una popolazione vaccinata con una sola dose vede il suo rischio di ammalarsi di Covid soltanto dimezzato. Il Center for Disease Control negli Stati Uniti ha dichiarato che per entrambi i vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech e Moderna) “La seconda dose deve essere somministrata il più vicino possibile all’intervallo raccomandato”, ovvero 21 giorni e 28 giorni rispettivamente. Analoga indicazione è stata data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quindi il CSV AIFA ritiene necessario attenersi alle correnti indicazioni di somministrazione di due dosi per i vaccini finora approvati”.