“E’ un vaccino sicuro ed efficace. I benefici sono superiori ai rischi e si escludono relazioni tra casi di trombosi e somministrazione del vaccino” – queste le parole di Emer Cooke, Direttore esecutivo di Ema, l’Agenzia Europea per i medicinali, sul vaccino AstraZeneca, quello made in Pomezia-Oxford. Dopo la sospensione in Italia (ma anche in altri Paesi) in via precauzionale, ieri l’Ema ha dato il via libera per far ripartire le vaccinazioni perché “dagli accertamenti è emerso che i casi di trombosi ed embolie sui vaccinali sono inferiori, come incidenza, rispetto alla popolazione generale”.
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Vaccino AstraZeneca nel Lazio, ripartono le vaccinazioni
La Regione Lazio è pronta a ripartire con le somministrazioni del vaccino AstraZeneca perché l’AIFA ha nuovamente dato il via libera su tutto il territorio nazionale. Già da oggi, venerdì 19 marzo, a partire dalle 15, riprenderanno le vaccinazioni. Come fa sapere la Regione, le somministrazioni che non sono state effettuate nei giorni di stop saranno riprogrammate e i cittadini contattati telefonicamente tramite un sms con la nuova data per fare il vaccino. I cittadini che, invece, sono prenotati per oggi dalle 15 possono recarsi regolarmente nelle strutture per essere sottoposti alla vaccinazione.
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Sono ripartite anche le prenotazioni per la fascia di età over 72 (nati dal 1949); mentre da sabato a mezzanotte al via le prenotazioni per la fascia d’età 71-70 anni (nati 1950 e 1951).
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AstraZeneca nel Lazio, D’Amato: ‘Chi rifiuta va in coda’
A quanto pare, nel Lazio sono poche le persone che hanno disdetto la vaccinazione con AstraZeneca. Ma l’Assessore alla Sanità D’Amato già qualche giorno fa ai microfoni della trasmissione Che Giorno è di Rai Radio 1 è stato chiaro: “Noi stiamo di fronte alla più grande vaccinazione di massa mai vissuta nella storia. Bisogna guardare ai numeri, avere fiducia nelle autorità scientifiche europee e italiane, nelle autorità regolatorie. Se il vaccino è approvato è sicuro. Per AstraZeneca nel Lazio a oggi abbiamo avuto poche cancellazioni e le sconsigliamo perché poi chi rinuncia andrà in coda, è un rischio rilevante”.