‘Trentacinque’- numero provvisorio- è il corto presentato presso il Nuovo Cinema Aquila, scritto e diretto da Alessio Di Cosimo e Juan Diego Puerta Lopez. L’evento è stato coordinato da Francesca Piggianelli.
‘Trentacinque’ -numero provvisorio- un affaccio nell’abisso dell’emarginazione transessuale
Un vero pugno nello stomaco, ‘Trentacinque’- numero provvisorio- . un corto molto crudo, duro, quello girato da Alessio Di Cosimo e Juan Diego Puerta Lopez. Protagonisti dell’opera l’attrice trans colombiana Juana Jimenez e l’attore Gianni Lillo, con la partecipazione straordinaria di Lucia Batassa. ‘Breve e tagliente, un atto coraggioso’ è stato definito da Mimmo Calopresti – Direttore del Nuovo Cinema Aquila- ‘frutto di una sensibile ricerca nel mondo della prostituzione transessuale’.
L’omicidio di una trans colombiana da parte di un ‘normale cittadino’, una umanità ai margini, quella narrata nel corto dei due registi. E’ un fenomeno tristemente comune, quello della violenza perpetrata ai danni di trans che si prostituiscono nel nostro Paese, perché in condizione di profonda povertà ed emarginazione sociale.
Il corto apre a vasti retroscena e riflessioni come l’urgenza di superare la rigidità del dualismo maschio-femmina per abbracciare una visione del mondo in cui, chi vive sul confine di questo dualismo, possa sentirsi libero di non doversi definire sessualmente senza venire discriminato per questo.
Superare i clichés delle tradizionali categorie maschio-femmina
Dietro questo lavoro breve vi è una complessità, la transessualità che è non accettata, ma che comunque attrae, desta curiosità, cercata e odiata allo stesso tempo, dai contorni ambigui. Per questo mai come oggi la dicotomia maschio femmina appare concetto limitante, che depriva della legittimità di vivere e viversi semplicemente per quello che si è, senza etichette.
‘In questi giorni negli ambienti politici di destra sta avvenendo una campagna a favore dell’opportunità di finanziare le spese mediche di chi soffre di disforia di genere e intenda affrontare un intervento chirurgico. Oggi i giovani però preferiscono essere liberi di poter sconfinare dalle varie rigide classificazioni ed essere liberi di essere. ‘Ciò lo definirei meraviglioso’. -cit Nichi Vendola
‘Trentacinque’ -numero provvisorio- al Nuovo Cinema Aquila
Presenti in sala i registi, l’On. Nichi Vendola, la psicologa Maddalena Cialdella, l’attore protagonista Gianni Lillo, Lucia Batassa, il compositore Paolo Costa, i produttori Marco S. Puccioni, Giampietro Preziosa, Alessandro Perrella. Tra gli ospiti Manuela Rima di Rai Cinema, il regista Francesco Colangelo, il critico Emilio Carelli, l’attore Nicola Di Benedetto.
La direzione della fotografia è di Massimo Foletti, il montaggio di Domitilla Pattumelli, le musiche originali sono di Paolo Costa. Scenografie e costumi di Caterina Nardi. Prodotto da Alessandro Perrella, Giampietro Preziosa e Marco S. Puccioni, In Collaborazione con Rai Cinema Channel ove sarà possibile vederlo. Distribuzione nei festival a cura di Première Film
‘Trentacinque’ -numero provvisorio- I Premi
Il corto ha vinto il Premio di ‘Miglior Cortometraggio Italiano’ al Festival Internazionale “Venice Film Week 2020”, oltre a piazzarsi al terzo posto al “Festival Goya Rural 2021” in Spagna, è ed stato selezionato ufficialmente in tanti altri festival nel mondo- India, Cina, Perù, Spagna e altri Paesi-
On. Nichi Vendola, una riflessione sulla figura maschile: ‘bisognerebbe decostruire la cultura della prestazione’
L’Onorevole Vendola ha sottolineato quanto la brevità dei ‘Trentacinque’- numero orovvisorio- fosse inversamente proporzionale alla sua intensità. ‘Un affresco della condizione sociale che mette a fuoco la dimensione ambigua del maschile. Il mito del maschile, dunque, che si capovolge nel suo contrario, nel momento che è alla ricerca di un rapporto sessuale con una trans’.
Per quanto riguarda il tema dell’omicidio in ‘Trentacinque’, secondo Vendola, il protagonista uccide la trans prostituta per l’insopportabilità di sentirsi ‘immondo’ nel momento in cui passa il confine della ‘mascolinità’, avendo con lei un rapporto sessuale. L’omicidio dunque ripristina ‘l’equilibrio’, il mito del maschio riprende forma. La grammatica e la sintassi del maschile è quindi, secondo l’On Vendola, eviscerata in questo corto. ‘bisognerebbe decostruire la cultura della prestazione’- cit.
Le riprese di alcune scene sono state effettuate all’interno di un domicilio utilizzato come casa di appuntamenti, secondo la testimonianza del protagonista Gianni Lillo. Vendola ha sottolineato come la dimora in cui nel corto avviene l’omicidio della trans, colma di immagini sacre come da folklore sudamericano, costituisse metaforicamente un luogo di martirio, tra sacro e profano.
‘L’assenza di parola comunica’- Watzlawick
‘E’ impossibile non comunicare. Anche l’assenza di parola comunica’, così, citando Watzlawick, la psicologa Maddalena Cialdella ha alluso all’intensità del corto senza dialoghi di Di Cosimo e Puerta Lopez, dove a parlare sono i contenuti, le capacità attoriali e la musica dei protagonisti di ‘Trentacinque’. Inoltre ‘anche coloro che appaiono socialmente adattati hanno ombre’, afferma la Dott ssa Cialdella, riferendosi al protagonista che nel corto massacra la prostituta. In ciò è ravvisabile un sottotesto di significati spesso ambigui che possono riguardare l’essere umano, aldilà delle apparenze. Per questa ragione è coraggioso ed importante fare cortometraggi di questo tipo.
A tu per tu col regista, Alessio Di Cosimo
Romano, trentasei anni, un’indole verace e sensibile alle tematiche sociali e reduce dal successo di ‘L’Italia chiamò’ con Alessandro Haber, cortometraggio da lui scritto e diretto. Ha al suo attivo numerosi corti di spessore che gli sono valsi svariati prestigiosi premi, tra i quali il Nastro D’Argento. ‘Rosa’, ‘Tizzo, storia di un grande campione’ sulla vita del pugile civitavecchiese Emiliano Marsili. Dirige poi ‘Per sempre’, acquistato da Rai Cinema Channel, distribuito in quattrocento sale d’essai. ‘Trentacinque’- numero provvisorio- è disponibile su www.Raicinema.it
In ‘Per sempre’ della durata di 8 intensi minuti senza dialoghi, Alessio Di Cosimo dipinge con poetica leggerezza il dramma dell’anzianità e della fine dell’esistenza. Dall’immobilità e dalla nostalgia dolorosa del tempo che fu, un uomo trova la forza per muoversi e celebrare la vita anche in prossimità della sua fine. E’ questa forza poetica e vera che caratterizza Alessio Di Cosimo, la sua attitudine per descrivere con intensità e leggerezza insieme la condizione umana, così come fa in ‘Trentacinque- numero provvisorio- e ‘Barber Ring’, l’opera che sta ultimando.
Alessio Di Cosimo, ‘Barber Ring’
‘Amo affrontare tematiche sociali ed umane- ci dice Di Cosimo- ‘Barber Ring’ è la storia di un ragazzo di Acilia che da una condizione di svantaggio e di violenza ha la determinazione di incanalare tutta la rabbia in creatività per costruire il proprio avvenire, dando un senso di riscatto alla sua vita’, ci dice. ‘Sono 75 minuti di documentario, lo presenterò prossimamente’. cit.
Foto di Marco Bonanni
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