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Tra i parchi meno conosciuti e popolari, ma è di una bellezza unica e maestosa

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Parco di Bomarzo

È uno dei parchi meno popolari e conosciuti d’Italia, ma sicuramente non manca in fatto di bellezza unica e maestosa. Di che parco parliamo?

In genere, quando immaginiamo un parco in città, immaginiamo vasti prati, aiuole colorate, sentieri serpeggianti, numerose panchine e forse anche alcune aree picnic designate.

Tuttavia, questo particolare luogo, situato in un’area oscura del Lazio, è la rappresentazione più lontana possibile dalla nozione convenzionale di parco cittadino.

Per secoli, i visitatori del magnifico giardino sono stati affascinati e incuriositi da una serie di straordinarie statue.

Queste statue, realizzate in tufo grigio, sono allo stesso tempo belle ed enigmatiche, creando un’atmosfera di stupore e meraviglia.

Parco di Bomarzo: bellezza unica e maestosa

Bomarzo, cittadina situata nella valle del Tevere tra Umbria e Lazio, occupa un posto significativo nella storia, soprattutto nel cuore dell’Etruria.

Gli Etruschi furono i primi ad abitarlo, seguiti dai Romani, per poi diventare nel Medioevo terreno di scontro delle famose famiglie dei Colonna e degli Orsini, con questi ultimi che presero il sopravvento.

Nel XVI secolo gli Orsini rimodellarono il centro cittadino e Pier Francesco Orsini, detto il “Vicino” (forse raffigurato dal Lotto nel suo suggestivo dipinto “Giovane che sfoglia un libro”) creò uno dei parchi più affascinanti d’Italia: il Sacro Bosco di Bomarzo, oggi notoriamente denominato Il Parco dei Mostri.

La costruzione degli orti di Bomarzo iniziò negli anni Cinquanta del Cinquecento, dopo il ritorno di Pier Francesco.

Il Vicino, che prestò servizio nell’esercito pontificio come soldato esperto con Carlo V e poi come parte dell’entourage di Orazio Farnese, subì due estenuanti anni di prigionia.

Parco di Bomarzo dalla bellezza unica e maestosa
Parco di Bomarzo dalla bellezza unica e maestosa-Ilcorrieredellacitta.com

Dopo la prematura scomparsa della sua amata moglie Giulia Farnese, Orsini rimase con il cuore spezzato e si dedicò interamente alla creazione della sua “Villa delle Meraviglie” in un momento di disperazione.

Pirro Ligorio, rinomato architetto che completò il Duomo di San Pietro dopo la morte di Michelangelo, lo affiancò nell’impresa fino alla morte del principe nel 1585.

Il prodotto finito è un giardino dai mille enigmi, dove natura e arte si fondono in un percorso di iniziazione che ancora oggi lascia perplessi molti.

Rappresentazione del manierismo italiano

Il Parco dei Mostri è la quintessenza del manierismo italiano, caratterizzato dalla sua natura strana e contraddittoria, ispirazioni fantastiche e licenza artistica.

Il bosco sacro è racchiuso da un muro di cinta e vi si può accedere solo attraverso una porta merlata fiancheggiata da due imponenti sfingi.

Una volta all’interno, i visitatori intraprendono un viaggio labirintico attraverso quattro livelli di statue mostruose, ingannevoli e sorprendenti.

Questi includono un’enorme tartaruga con una statua instabile di “Fortuna” appollaiata in cima, un’orca assassina con fauci coperte di muschio che emerge dal terreno per inghiottire gli spettatori, un Pegaso alato, una ninfa con un drago ai suoi piedi.

Poi c’è un elefante guerriero che trasporta una torre sul dorso, una sirena, una donna serpente, orsi araldici e creature fantastiche come pigne e ghiande.

In questo paesaggio fantastico, l’elegante tempio dedicato alla “dive Iulia”, Giulia Farnese, e progettato dal Vignola offre una serena evasione.

Al contrario, la casa pendente dalla rigorosa struttura rinascimentale, apparentemente sull’orlo del crollo, incarna perfettamente l’instabilità del tutto.

La statua emblematica del parco, e suo simbolo, è il famoso Orco con la sua bocca infernale, spalancata, che ricorda Dante.

La sua iscrizione, in parte perduta, promette ambiguamente o i fuochi dell’inferno o la spensierata amenità del boschetto con la frase “Lasciate ogni pensiero voi ch’entrate”.

Cosa accadde dopo la morte di Vicino

In seguito alla morte di Vicino, la proprietà del Sacro Bosco passò a vari soggetti, tra cui la famiglia Borghese, la famiglia Poniatowski e la famiglia della Rovere, fino a cadere in uno stato di letargo che durò fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale.

Il parco è stato rianimato grazie agli sforzi dei coniugi Bettini, che si sono adoperati per ripristinarne l’accessibilità districando le statue dalla vegetazione eccessiva che le aveva quasi inghiottite.

In un breve lasso di tempo, il parco acquisì notorietà, affascinando non solo studiosi (John Shearman ne fece riferimento più volte nel suo influente saggio “Manierismo”), ma anche artisti, scrittori e intellettuali.

Salvador Dalì, il pittore surrealista per antonomasia, fu forse il più estasiato dal Sacro Bosco. Un video dell’Istituto Luce del 1948 lo ritrae mentre vaga per il parco, ammaliato e affascinato.

Il suo famoso dipinto, “Le tentazioni di Sant’Antonio” (1946), è stato ispirato dall’aspetto surreale del Parco dei Mostri ed esplora l’angoscia dell’animo umano oltre quattro secoli dopo.

La casa pendente

L’esperienza più particolare e intrigante è quella di attraversare la casa pendente, costruita su una roccia inclinata, che suscita un senso di spaesamento.

La struttura più affascinante e improbabile dell’intero parco è senza dubbio il volto monumentale dell’orco, la cui bocca spalancata rivela un’area scavata attrezzata con un tavolo e panche in pietra, simbolo perenne del parco.

È molto probabile che l’attuale formazione delle sculture in basalto, probabilmente realizzate da Simone Moschino, non rappresenti fedelmente la loro disposizione originaria.

La casa pendente
La casa pendente-Ilcorrieredellacitta.com

È probabile che il parco, all’epoca della sua creazione, avesse ancora più sculture che nel tempo sono andate perdute.

Il vero scopo della creazione delle sculture rimane un mistero, ma alcuni ipotizzano che sia servito come percorso iniziatico.

Al di là di ogni significato nascosto dietro il progetto, la Villa delle Meraviglie resta un luogo mistico che emana incanto.

Durante la stagione estiva il parco è aperto e a disposizione dei visitatori dalle 8:30 del mattino fino alle 7:00 di sera.

L’accesso al parco è abbastanza semplice; basta prendere l’uscita Orte-Attigliano dell’autostrada A1. L’ingresso al parco costa 13 euro per un biglietto intero, mentre i visitatori che sono bambini o appartengono ad altre categorie specifiche hanno diritto a un biglietto ridotto al prezzo di 8 euro.

Per i visitatori diversamente abili l’ingresso è sempre gratuito. Questo parco è assolutamente da vedere almeno una volta nella vita!

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