Con la bella stagione torna la polemica per la spiaggia dove insiste lo stabilimento balneare dell’Aeronautica Militare.
Stavolta la protesta nasce dal fatto che la zona è stata delimitata da reti scure che impediscono la “visione” e contrassegnata dai cartelli di “zona militare”.
A farsi portavoce del malcontento che da anni serpeggia tra i cittadini di Torvaianica e Campo Ascolano rispetto all’area di uso esclusivo dei militari è Antonio D’Agostino, attraverso un articolato post nel gruppo Facebook dedicato agli abitanti di Campo Ascolano, che riportiamo per intero.
“Il medioevo ai nostri giorni
Un fortino contenente armi nucleari?, un’area dove si studiano forme di vita aliene?, il caveau della Banca d’Italia con le riserve auree della Nazione?
No, questo cartello minaccioso, dal quale solo per un improvviso pudore è stata coperta la scritta “sorveglianza armata”, delimita, a Campo Ascolano, la spiaggia dei comuni mortali, possibili portatori di terribili epidemie, dal feudo dell’aeronautica militare. Un’area protetta che non solo deve essere delimitata per evitare invasioni plebee, ma addirittura oscurata per garantire la privacy di quel popolo eletto destinatario di un privilegio che solo l’ignoranza (e una bella dose di arroganza) può continuare a tentare di giustificare.
Ma per quanti sforzi si facciano, è difficile trovare argomentazioni sulle quali basare un diritto che, a ben guardare, forse porta con sé anche qualche elemento di anticostituzionalità.
Perché qui non stiamo parlando di confini dove i militari esercitano la loro funzione istituzionale (aeroporto, caserma, poligono, deposito di armi o luogo di sperimentazioni segrete). Stiamo parlando di un bene demaniale (che per semplificare possiamo tradurre ne: il complesso dei beni appartenenti allo stato e ad altri enti pubblici territoriali, in quanto destinati all’uso diretto o indiretto dei cittadini) che viene sottratto alla collettività (uso diretto o indiretto dei cittadini. TUTTI) per essere destinato all’uso (NON ISTITUZIONALE) di pochi privilegiati.
E se l’esercizio di questo diritto trova piena legittimità in una norma dello stato, quindi non c’è nulla di illegale, ciò non toglie che forse per questioni di opportunità (e di democrazia) tale norma andrebbe rivista e cancellata in quella parte che consente a qualcuno di “essere diverso”.
Certo, in un momento storico in cui il mondo intero è costantemente attraversato da fenomeni di razzismo e xenofobia, dove l’integrazione tra popoli e culture viene costantemente bollata di invasione, dove l’altro rappresenta il pericolo di una contaminazione da evitare, questa piccola usurpazione di un potere meschino, ridicolo e imbarazzante può far quasi sorridere. Ma le abitudini, l’attitudine alla socialità, lo sviluppo di un sentimento di appartenenza ad una collettività si intuiscono (e si modellano) già nei piccoli comportamenti. E questo, francamente, non ne è un buon esempio.
P.S. L’articolo 822 del codice civile individua chiaramente il concetto di bene demaniale e, nelle note, al punto c) definisce anche il Demanio militare, che: “Comprende tutte le opere permanenti adibite a difesa nazionale”.
Dobbiamo quindi interpretare questo “fortino” come un avamposto realizzato per contrastare eventuali attacchi all’unità della nazione?
In tal caso, i privilegiati bagnanti ammessi allo spazio (e protetti da sguardi indiscreti) dovrebbero essere uomini (e donne) super addestrati alla difesa delle nostre coste, e il bar non un semplice punto di ristoro, ma il centro nevralgico delle strategie di difesa. Ma i bambini?
Siamo seri”.
Della questione ci siamo occupati più volte, ricevendo questa risposta da parte dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare:
“In via preliminare, si specifica che per “Distaccamento Straordinario Aeronautica Militare” di Torvaianica (di seguito definito DAM), non si intende uno stabilimento balneare, bensì un Reparto isolato dell’AM, deputato in primis a consentire l’addestramento alla sopravvivenza in mare ed al recupero degli Equipaggi Fissi di Volo a favore del Personale che fa parte degli Enti/Reparti di Volo ubicati sulla Base Aerea di Pratica di Mare, in riferimento ad uno specifico requisito addestrativo previsto da una Direttiva dell’AM; il Comando Aeroporto di Pratica di Mare attiva il DAM, nel tratto di costa in questione (Concessione Demaniale n. 5/021705 Sez. Demanio del 10 set. 1985), previa l’autorizzazione dell’Ente gerarchico sovraordinato, che nello specifico è il Comando Squadra Aerea di Roma; il DAM di Torvaianica è normalmente attivato nel periodo giugno-settembre, per dar modo di effettuare l’addestramento al Personale di Volo appartenente agli Enti/Reparti Operativi che effettuano attività di volo dall’Aeroporto Militare di Pratica di Mare; ciò viene garantito con lo svolgimento di esercitazioni annuali propedeutiche alla sopravvivenza in mare/valutazione dell’acquaticità per tutto il Personale Navigante e/o Equipaggio Fisso di Volo; su delega del sottoscritto (Comandante dell’Aeroporto Militare di Pratica di Mare), la summenzionata attività esercitativa viene seguita ed attuata dall’Ufficio Sicurezza Volo del Comando dell’Aeroporto, che emana uno specifico documento denominato “Ordine di Operazioni”, nel quale viene dettagliato lo svolgimento di ogni singolo evento delle summenzionate esercitazioni; in tale documento, tra gli altri dettagli tecnico-operativi, è prevista e delineata la partecipazione all’esercitazione di un elicottero del Soccorso Aereo dell’AM per effettuare il recupero in mare del Personale in addestramento; per tale evento viene imposto, nella finestra temporale in cui opera l’elicottero, a salvaguardia della sicurezza dei bagnanti interessanti l’area del DAM e quelle immediatamente circostanti / limitrofe, di mantenere chiusi gli ombrelloni e viene altresì interdetta/impedita la navigazione e la balneazione nel tratto di mare interessato dall’attività. Ciò è dovuto all’imprevedibilità delle condizioni climatiche, che obbligano il vettore ad ala rotante (elicottero) impegnato nei recuperi in mare del Personale di cui al punto precedente, a percorsi di avvicinamento/involo vincolati alla provenienza del vento nella zona, in quella determinata finestra temporale. È un dato di fatto che i flussi dei rotori dell’elicottero, derivanti dalle varie fasi del volo (circuiti, avvicinamento, hovering e decolli) hanno, come noto, un impatto sulle aree limitrofe ed i loro occupanti, che necessitano per la loro salvaguardia / incolumità fisica, di criteri di sicurezza elevati, in particolare nell’assicurare adeguate distanze da dove opera l’elicottero. Da questo insieme di requisiti che riguardano in particolare, ma non solo, la sicurezza, è improprio affermare che la porzione di spiaggia ovvero lo spazio a disposizione del DAM sia “esagerato” o di “ampia metratura”, in quanto è corrispondente con esattezza a quanto previsto dalla succitata Concessione Demaniale, correlata ed in armonia agli effetti che potrebbero crearsi dovuti all’impiego di un mezzo aereo nella zona in questione; da ultimo, corre l’obbligo evidenziare che il DAM non si è “impossessato” di alcuna porzione di spiaggia libera, bensì sono stati puntualmente delimitati i confini, facendo regolarmente riferimento alla già menzionata Concessione Demaniale, sia per le motivazioni suesposte sia per impedire ad alcuno di usufruire dei servizi offerti dal DAM stesso, nel rispetto di un suo Regolamento che individua i soggetti autorizzati e le prestazioni fruibili; difatti, collateralmente alle attività esercitative anzidette, è ben noto che è concesso al personale militare, civile e loro familiari, di beneficiare dei servizi di supporto logistico connessi alla Promozione Umana, Sociale e Sportiva del personale della Forza Armata ed è comunque atteso che le esercitazioni connesse con il summenzionato addestramento, hanno carattere di priorità, su quest’ultima peculiarità”.