Da anni si parla di degrado e disagio sociale davanti alla Stazione Tiburtina, con una bomba sanitaria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro considerata l’attuale epidemia di Coronavirus.
Sono tantissime le persone che attualmente ai piedi della stazione romana si trovano in gravi difficoltà economiche e soprattutto in emergenza abitativa, fomentando con le loro difficoltà spiacevoli episodi di degrado e soprattutto fenomeni di criminalità ai danni di residenti locali o pendolari abituali della zona.
Molti di questi soggetti risultano – facendo riferimento alle associazioni che gli portano aiuti – dei rifugiati politici attualmente in Italia, che hanno perso il diritto di rimanere sul suolo italiano in seguito ai Decreti Sicurezza scritti dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’esperienza del Governo Conte I.
Tra le unità in emergenza abitativa spunta anche il volto di persone che attualmente starebbero regolarmente sul suolo italiano, pur non godendo della giusta accoglienza per mancanza di strutture adeguate al loro pernottamento e soprattutto in fatto di aiuti.
Una condizione di profondo degrado che però sta toccando indistintamente tutti i soggetti in emergenza abitativa che sostano davanti alla Stazione Tiburtina, in una situazione che già in più occasioni è stata denunciata da cittadini locali e comitati di quartiere. Basti pensare come queste persone vedono la media di una doccia a testa ogni due settimane, in una condizione che alzata drasticamente l’asticella di sporcizia negli spazzi che occupano in prossimità dei locali ferroviari.
Degrado che può fare d’apripista a un virus come la polmonite cinese, che proprio nei luoghi sporchi e in mancanza d’igiene pullula ed è forte sull’esempio dei mercati asiatici.
Al momento è l’Organizzazione Umanitaria INTERSOS a portare aiuti a questi soggetti presenti nella zona della Stazione Tiburtina, lanciando anche un monito sulla possibilità di contagi per Coronavirus in quest’area viste le dure condizioni in cui vivono questi stranieri. Provenienti per lo più dall’Africa, è lo stesso Ente che gli sta procurando le mascherine e soprattutto i tamponi per valutare se qualche persona di queste unità ha contratto il virus e si è reso fonte di contagio nell’area presente tra il II e IV Municipio.