E’ stata una notte da incubo quella che i residenti di Pontinia hanno vissuto, con decine di famiglie che poco dopo le 23 sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa di un vasto incendio divampato nella SEP, che si trova nell’area industriale di Mazzocchio. Nonostante le fiamme, dopo diverse ore di intervento, siano state domate dai Vigili del Fuoco intervenuti prontamente sul posto, il Sindaco, Carlo Medici, ha invitato questa mattina la popolazione a mantenere la calma, a stare in casa, a limitare gli spostamenti e a tenere chiuse le finestre.
“I Vigili del Fuoco e l’Arpa Lazio mi hanno detto che non dovrebbero esserci problemi perché non è un impianto che tratta plastica, ma compost, trasforma il nostro umido L’Arma questa mattina si recherà lì e metterà dei campionatori per capire se ci sono problemi. L’indicazione è quella di stare attenti perché il fumo continuerà ancora a uscire, per un giorno almeno. Ancora non abbiamo l’analisi, anche se dalle indicazioni non si tratterebbe di un fumo tossico” – ha spiegato il Primo Cittadino.
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L’incendio alla SEP di Pontinia, i comitati chiedono la revoca AIA
“A prendere fuoco è stato il capannone dove avviene lo stoccaggio dei rifiuti organici ancora da trattare della Sep, l’impianto di compostaggio della zona. “Si tratta di rifiuti dai quali, dopo un lungo trattamento, viene prodotto compost – spiegano i rappresentanti dei comitati di Mazzocchio, Il Fontanile, Boschetto Gricilli e Macallè in un comunicato stampa– Dopo ogni lavorazione vengono isolati materiali di scarto contenenti plastiche, materiali ferrosi, altri materiali non più differenziabili e destinati alle discariche. E’ davvero difficile credere che l’incendio di ieri, nei quali ha preso fuoco anche parte di un capannone costruito con materiale plastico e lamiera, non abbia sprigionato nell’aria materiale tossico.”
In attesa dei risultati dell’Arpa i comitati hanno raccolto diverse testimonianze di residenti che confermano come l’odore acre dell’incendio abbia raggiunto i comuni limitrofi e sia indistintamente stato intercettato anche a Sermoneta e addirittura a Terracina.
“Siamo di fronte a uno scempio annunciato – proseguono i cittadini che ora rincarano la dose dopo gli ultimi mesi di battaglie e richieste ufficiali – Ora non c’è più tempo, l’unica azione possibile è la revoca definitiva dell’autorizzazione integrata ambientale per l’impianto che va demolito”.
I PRECEDENTI INCENDI
Quello di ieri non è infatti il primo incendio che colpisce lo stabilimento. Il 22 novembre 2020 a prendere fuoco è stato il capannone della Sogerit, impianto gemello costruito a pochi metri dallo stabilimento Sep. “In quel caso le fiamme erano ridotte ma a prendere fuoco è stato il materiale appena scaricato dai camion provenienti da mezza Italia – spiegano i cittadini – che sarebbe poi stato strizzato e riportato in Sep”.
“E’ palese – continuano i comitati – che questi impianti sono vetusti, non in grado di garantire la sicurezza e rappresentano una vera e propria bomba ecologica, purtroppo già esplosa”.
I 2 MILIONI DI EURO PUBBLICI COME SONO STATI SPESI?
Il 24 aprile 2020, il Ministero dello sviluppo Economico ha concesso alla Sep un finanziamento di € 1.750.00,00 (decreto n.1884 del 24 aprile 2020 ai sensi della legge n.208/2015). I cittadini riuniti in comitati avrebbero voluto conoscere, dopo aver presentato un accesso agli atti a tutte le autorità preposte, in che modo questi soldi pubblici fossero stati spesi ma questo non è stato possibile vista l’opposizione della gestione giudiziaria della Sep in tutte le sedi.
“Quasi due milioni di euro spesi per far ripartire in tutta fretta un impianto che non è necessario per la provincia di Latina – spiegano i cittadini – e che soprattutto appare insicuro e vetusto. Due incendi in meno di un anno sono la prova palese che questo impianto va abbattuto”.
I cittadini si chiedono inoltre perché un impianto chiuso per inquinamento non sia stato oggetto di lavori inerenti la sicurezza. “Hanno avuto premura di far ripartire l’impianto occupandosi dei miasmi, che comunque la Sep ha continuato a produrre nei mesi come dimostrano le nostre continue segnalazioni. Nonostante quasi due milioni di euro spesi, però, i rifiuti magicamente prendono fuoco una volta stoccati, producendo fiamme alte decine di metri. Ad essere incendiata è stata peraltro la parte meno produttiva dell’impianto ma anche la più delicata, quella dove vengono ammassati i rifiuti in attesa di lavorazione. Torniamo a ribadirlo: serve un’urgente revoca dell’Aia e anche l’apertura di un’indagine per capire dettagliatamente come sono stati spesi i soldi dei contribuenti e se quell’area di stoccaggio rispettasse tutti gli standard di sicurezza previsti dalla legge.”
La petizione dei cittadini
I Comitati di Mazzocchio, Il Fontanile, Boschetto Gricilli Macallè, hanno lanciato una petizione online per chiedere la revoca dell’autorizzazione. Si può firmare al seguente indirizzo http://chng.it/42DrpBcGnt
“Tra le prime firme ci piacerebbe vedere quella del sindaco di Pontinia e presidente della Provincia Carlo Medici. Sono passati anni da quando il sindaco, in un incontro pubblico, disse che la Sep sarebbe stata chiusa se non avesse funzionato correttamente. Ebbene servono altre prove secondo lui dopo il disastro di ieri? La revoca – concludono i cittadini – è possibile. La Regione Lazio l’ha accordata per il Tmb Salario nel settembre 2019. Ora chiediamo che la stessa cosa avvenga nel nostro territorio”.