Investire nel mondo finanziario, all’epoca dell’emergenza sanitaria, è indubbiamente complesso, specie per coloro che, fino ad oggi, hanno fatto trading online rivolgendosi, essenzialmente, agli asset finanziari maggiormente conosciuti in quanto già ampiamente disponibili anche tramite il canale dello sportello bancario: azioni e obbligazioni.
La grande rete telematica, però, consente ai risparmiatori di investire in un numero decisamente più ampio di strumenti finanziari, come, ad esempio, Criptovalute, Forex, ETF e CFD. Ed è proprio quest’ultimo, complice anche l’elevata volatilità presente nei mercati finanziari, che sta ottenendo un crescente successo presso il pubblico dei piccoli risparmiatori, grazie anche alla facilità con la quale accedervi concessa dai broker finanziari online.
Come funzionano i CFD
I CFD, acronimo di Contract For Difference, sono dei derivati finanziari, che consentono di guadagnare sulle oscillazioni di uno strumento finanziario, tecnicamente chiamato “sottostante”. Esso può essere riferito a qualsiasi ambito del mondo finanziario: azioni, obbligazioni, criptovalute, Forex, indici, materie prime e molto altro ancora. Grazie ai CFD, di fatto, si può accedere a qualsiasi mercato finanziario.
Un aspetto di grande appeal dei Contract For Difference è la possibilità di sfruttare la cosiddetta “leva finanziaria”, che è in grado di amplificare, sia in termini positivi che negativi, il valore del sottostante prescelto. Il meccanismo dei CFD, però, è assai differente rispetto a quella, canonica, della maggior parte degli strumenti finanziari a disposizione dei trader.
Ad essere scambiata, infatti, non è una certa quantità di un prodotto finanziario, bensì la sua differenza rispetto ad un valore predefinito. Il suo valore, di conseguenza, dipende dalle oscillazioni del sottostante: al variare di quest’ultima muta anche il valore del CFD. Una modalità che in gergo tecnico viene chiamato “acquisto in marginazione”.
Per accedere al mondo dei CFD, come ben esplicato su https://www.tradingonline.it/corso-cfd/cosa-sono-cfd, è possibile iscrivendosi ad una piattaforma gestita da un broker finanziario, avendo cura di verificare che lo stesso sia legalmente autorizzato ad operare sul nostro territorio. Per appurare ciò, è sufficiente collegarsi al sito della CONSOB, il massimo organo di vigilanza nazionale sui mercati finanziari, e controllare che il medesimo disponga di tutte le autorizzazioni del caso.
Qual è il giusto approccio ai CFD?
Scegliere un broker legale ed affidabile, d’altronde, è il primo step indispensabile per poter operare in modo sicuro, evitando di incorrere in portali poco professionali, o peggio ancora, truffaldini: nonostante il fenomeno, fortunatamente, sia in netto calo rispetto al passato, esistono ancora dei broker che cercano di ingannare i risparmiatori. Ed è buona norma, di conseguenza, attuare tutte le dovute ed opportune cautele nella scelta della piattaforma nella quale operare.
Uno dei grandi vantaggi dei CFD, consiste nella possibilità di poter sottoscrivere un determinato prodotto finanziario senza possederne l’effettiva disponibilità al momento dell’acquisto. Un’opportunità che consente di investire anche cifre marginali, senza dover immobilizzare una elevata quantità di denaro. Ma il grande appeal di questo strumento finanziario, soprattutto in questa fase storica, è un altro.
Grazie ai Contract For Difference, è possibile ottenere dei profitti anche in caso di ribasso del titolo prescelto. Essi, infatti, consentono di “scommettere” sia sul rialzo che sul ribasso di un determinato titolo finanziario, che si può scegliere, come scritto in precedenza, in un’infinita varietà di asset finanziari: qualora il titolo perdesse valore, e si fosse scommesso sul ribasso dello stesso, è possibile ottenere dei guadagni.
Data la loro complessità, però, i CFD devono essere approcciati in maniera prudente, evitando di orientare la maggior parte delle proprie risorse finanziarie in questo particolare asset finanziario. Ad un investitore con un profilo aggressivo, ad esempio, è consigliato non investire oltre il 10% del proprio patrimonio. Ne consegue, che debbano rappresentare un ottimo coadiuvante all’interno di un portafoglio ben strutturato e diversificato, e non il principale asset del medesimo.