La pandemia ha cambiato le nostre abitudini e ha fermato molte attività, a partire dallo sport amatoriale nelle palestre, chiuse ormai da più di un anno. Alcuni hanno ripiegato per lo sport all’aperto, ma si tratta soprattutto di persone nella fascia d’età 30-45, armate di buona volontà.
I giovanissimi, invece, hanno preferito impiegare il loro tempo libero con gli eSport: come rivela uno studio, sempre più adolescenti sono attirati dalle strategie social dei bookmaker e il mondo dei videogiochi competitivi ha avuto una crescita senza precedenti proprio grazie al fatto che si è proposto come unica alternativa possibile agli sport tradizionali. Ovviamente, di conseguenza, è aumentato anche il giro d’affari delle scommesse, e gli appassionati sono sempre alla ricerca della migliore app scommesse per divertirsi e apprendere nuove strategie di successo.
Una crescita senza precedenti
L’industria del videogioco quest’anno ha assistito a una crescita senza precedenti, non solo a causa delle limitazioni a uscire, ma anche grazie a giochi sempre più complessi e affascinanti.
I dati presentati da Buy Shares indicano che le cinque aziende con le migliori cinque performance hanno registrato un Roi (ritorno sugli investimenti) medio del 101,33% nel corso dello scorso anno.
Sono soprattutto due le tecnologie che potrebbero far crescere ancora i numeri per l’industria videoludica in questa primavera: le nuove reti 5G e la realtà virtuale e la realtà aumentata. Una rete più stabile e veloce stimolerà lo sviluppo di servizi di streaming di videogiochi, mentre i miglioramenti nella tecnologia della realtà virtuale e aumentata consentiranno di includere funzionalità AR/VR. Anche il cloud gaming potrà giocare un ruolo chiave nella crescita del settore, eliminando la necessità di hardware, di cavi e di installazioni.
I giovani e gli eSport
Ad amare gli eSport sono soprattutto i più giovani, che li preferiscono persino agli sport tradizionali. Si parte addirittura dai 12/13 anni e questo lo hanno ben capito gli sponsor, che hanno triplicato gli investimenti in questo settore. Molti studi hanno dimostrato che l’accesso a questa fascia d’età è notoriamente difficile per le campagne di marketing tradizionali e questo spiega l’inondazione di sponsor non legati al mondo del gaming (come Mercedes Benz o Visa) che hanno deciso di investire negli eSport. Il mercato dei videogiochi competitivi è arrivato a valere 15 miliardi nel 2020 rispetto ai 6 miliardi che valeva nel 2016. Lo stesso accesso facilitato a quelle fasce d’età è garantito a bookmaker come Betway, Bet365 o Paddypower, che hanno aumentato di 30 volte il loro giro d’affari legato agli eSport negli ultimi 12 mesi.
L’attrattività verso i giochi e le scommesse
Grafiche accattivanti, influencer, animazioni e giveaway: i giovanissimi sono sempre più attirati dalla popolarità dei loro eSport preferiti e dalla pervasività del marketing a scommettere. Se nel 2019 il 17% degli scommettitori eSportivi avevano tra i 18 e i 34 anni, lo scorso anno la percentuale è decisamente aumentata arrivando quasi a raddoppiare, mentre si è abbassata l’età media. Ci sono oltretutto dati preoccupanti: in Europa gli scommettitori compulsivi nella fascia d’età 11-16 sono quadruplicati in meno di 3 anni arrivando a toccare quota 50mila, mentre il 90% dei bambini e degli adolescenti in Europa e in Italia gioca ai videogiochi con una media di 3 ore al giorno.
Le strategie di marketing
Secondo uno studio effettuato da due ricercatori e analisti di marketing dell’università di Bristol, Raffaello Rossi e Agner Nairn, il 17% dei follower di questo genere di account ha meno di 16 anni e un altro 69% ha tra i 16 e i 23 anni. C’è da notare che i meme, le gif, i video comici e le promozioni di testimonial famosi potrebbero non sembrare un chiaro invito a scommettere, perché i contenuti sono comprensibili solo a chi fa parte della community eSportiva. E anche se le scommesse sono vietate ai minori di 18 anni, si crea una sorta di fanbase grazie a contenuti leggeri e altamente condivisibili per attirare e bersagliere gli scommettitori di domani.
Cosa fare per tutelare i minori
Nonostante la normativa in vigore sia molto rigida, è molto difficile tenere sotto controllo e regolamentare quanto accade all’interno di un tweet o di un meme e stabilire se di tratti davvero di un’incitazione a scommettere, quindi bloccare questi contenuti sui social è quasi impossibile, senza contare che molto spesso gli operatori che li gestiscono hanno sede in paesi extra EU quindi le legislazioni nazionali non possono intervenire.
Quello che serve, quindi, è innanzi tutto che i genitori spieghino ai loro figli la differenza tra un acquisto in-game e una scommessa e la conseguente pericolosità della dipendenza da essa.