Cosa sono le firme elettroniche e quante tipologie ne esistono? Cerchiamo di capirlo e di fare un po’ di ordine, anche alla luce della normativa europea in materia.
Negli ultimi anni, infatti, c’è stata una sorta di rivoluzione in tema firma elettronica. La vecchia Direttiva 1999/93/CE è stata di fatto abrogata con l’entrata in vigore del Regolamento eIDAS che ha superato i limiti della norma precedente.
Arrivato anche nel nostro paese, l’ordinamento italiano ha recepito il regolamento di cui sopra. La normativa vigente è stata, quindi, adeguata alla nuova e alle firme elettroniche è stato dato un valore giuridico differenziato rispetto a quello presente nella normativa precedente.
Le varie tipologie di firme elettroniche
Esistono sostanzialmente tre tipologie di firme elettroniche e vale la pena conoscere da vicino funzionalità, finalità e caratteristiche di ciascuna di esse.
Si parte dalla più nota, ossia dalla firma digitale (qui un approfondimento sulla firma digitale e le altre firme elettroniche).
La firma digitale altro non è che il corrispettivo elettronico della più classica firma su carta. Tra i suoi principali vantaggi c’è quello che, attraverso questa firma, è univocamente identificabile il soggetto che la appone. Non solo. Con la firma digitale si ha la sicurezza di autenticità e di integrità, dato che è impossibile manometterla.
Questo permette di snellire la burocrazia, evitando i documenti cartacei e favorendo i rapporti tra singolo e pubblica amministrazione. Ma questo non è l’unico vantaggio. La firma digitale può essere utilizzata per fatture, visure camerali, contratti e per ogni altro tipo di documento elettronico.
Come funziona la firma digitale? Il certificato digitale di sottoscrizione, che permette di firmare digitalmente i documenti, viene acquistato e inserito su una chiavetta USB. Alcuni servizi permettono di aggiungere al certificato di firma un certificato di autenticazione così da poter accedere ad alcuni siti che lo richiedono.
Inoltre, è consigliabile scegliere sempre un servizio che garantisca la firma massiva di documenti, così da non sprecare tempo prezioso.
Esiste, poi, la firma elettronica semplice o FES. In questo caso si tratta di una firma apposta con tratto grafico, così come avviene quando si firma con penna un documento cartaceo. Questa tipologia di firma viene considerata debole e non molto sicura.
C’è, poi, la firma elettronica avanzata o FEA che, invece, è un passo avanti. Di cosa si tratta e quali sono le caratteristiche da conoscere? La firma elettronica avanzata rientra tra quelle accettate dal Regolamento eIDAS come sicure. Questo perché riesce a rispettare alcuni standard specifici.
Si tratta, infatti, di una firma che permette di identificare in maniera univoca il firmatario che può essere così identificato. Non solo. Sarà possibile avere traccia di ogni modifica che si ha alla firma. Volendo fare un esempio si può pensare alla firma grafometrica che viene di solito apposta con un pennino su un device come un tablet, ad esempio. Si tratta di una firma molto utilizzata per firmare documenti bancari o postali, ma anche contratti assicurativi e così via.
Si tratta di tre strumenti che sono estremamente diversi che, però, sono molto simili tra loro dato che la finalità è la medesima.
Guardarli da vicino ci fa capire che, negli ultimi anni, si sono fatti passi da gigante in tema di digitalizzazione. Si tratta di un obiettivo molto importante, che va perseguito con tutte le forze. Snellire la burocrazia, a favore di un mondo sempre più digitalizzato è un vantaggio sia per le pubbliche amministrazioni che per tutti i cittadini che si interfacciano con esse e con molti altri settori.