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Straordinaria cattura nel Tevere, quasi 2 metri e mezzo di lunghezza: cos’era

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ombra dentro il Tevere

Una straordinaria cattura nel Tevere a opera di due pescatori: un enorme pesce di quasi 2 metri e mezzo di lunghezza. Di che pesce si tratta?

Originario dell’Europa orientale, il pesce siluro (Silurus glanis) è un prodigioso animale d’acqua dolce che si è progressivamente fatto strada in alcune regioni d’Italia.

Un numero crescente di pescatori è determinato a catturare questo pesce colossale utilizzando una combinazione di metodi convenzionali e inventivi.

A causa della loro sorprendente somiglianza, non è raro identificarli erroneamente come pesci gatto quando sono nelle prime fasi di sviluppo.

Al raggiungimento dell’età adulta, l’assenza di qualsiasi incertezza diventa evidente a causa delle sue dimensioni significative.

Per coloro che hanno anche un minimo grado di familiarità, basta un semplice sguardo per discernere che si tratta davvero di un pesce siluro. In genere, un siluro adulto misura in media tra 1,3 metri e 2 metri di lunghezza.

Indietro nel tempo, più di un secolo fa, nel Danubio si potevano catturare pesci gatto che misuravano fino a 3 metri di lunghezza e pesavano fino a 200 kg.

Alcuni individui hanno persino affermato di aver incontrato esemplari lunghi fino a 4 metri, sebbene al momento non ci siano prove comprovate a sostegno di queste affermazioni.

La colorazione di queste creature acquatiche varia a seconda del loro habitat. In genere, i loro lati e la schiena sono di una tonalità di marrone, mentre le loro pance sono più chiare in confronto.

Tuttavia, vale la pena notare che gli esemplari più grandi che risiedono in acque salmastre possono presentare una tonalità giallastra.

Inoltre, è importante ricordare che queste creature sono prive di squame e sono completamente ricoperte da uno strato di muco.

Con la sua ampia cavità orale, il pesce possiede la capacità di consumare pesce di proporzioni medio-grandi.

Per aiutare nella sua ricerca di sostentamento, possiede tre serie di appendici sensoriali chiamate barbigli.

A causa della sua forma allungata e cilindrica, il corpo della creatura viene comunemente chiamato “siluro”.

In relazione alle sue dimensioni complessive, gli occhi della creatura sono notevolmente piccoli.

Qual è il suo habitat?

Originario delle regioni orientali dell’Europa, il pesce siluro ha gradualmente e organicamente diffuso la sua presenza in una parte significativa dell’Europa centrale.

Al contrario, in varie nazioni, è stata la popolazione maschile a determinarne l’introduzione, alterando così l’equilibrio ecologico di numerosi corpi idrici, inclusi fiumi, laghi e stagni.

I paesi in cui è stato inizialmente introdotto includono Italia, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svezia e Finlandia.

Pesce siluro di 2 metri e mezzo
Pesce siluro di 2 metri e mezzo-ilcorrieredellacitta.com

L’ambiente preferito per questa specie comprende vasti corpi idrici come fiumi, laghi, paludi, stagni e canali di bonifica.

Predilige in particolare le zone d’acqua dolce che presentano una leggera torbidità, spesso cercando rifugio tra rami e ambienti fangosi.

Mentre si trova prevalentemente in bacini profondi, gli incontri con questa specie sono possibili anche in acque poco profonde.

Essendo una specie che abita principalmente in ambienti di acqua dolce, questo particolare pesce non si trova comunemente in mare aperto.

Tuttavia, ci sono stati occasionali avvistamenti di individui vicino agli estuari dei principali fiumi, dove i confini tra acqua dolce e salata si confondono.

Dove si trova nel nostro Paese?

I pesci siluro in Italia si trovano principalmente in diverse regioni specifiche. Queste regioni comprendono i fiumi Po’ e Adige, con una maggiore popolazione concentrata nei loro bacini. Inoltre, il pesce gatto si trova nei fiumi Arno, Adda, Tevere e Volturno.

La Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, nota anche come FIPSAS, lo ha introdotto per la prima volta in Italia negli anni ’60.

Inizialmente ci si aspettava che questa particolare specie non avrebbe sconvolto l’equilibrio ecologico dei fiumi italiani a causa della sua classificazione come erbivora.

Tuttavia, contrariamente a queste ipotesi iniziali, il risultato non è stato in linea con i risultati previsti.

Alimentazione e comportamento

Queste colossali creature d’acqua dolce hanno un appetito insaziabile e non aderiscono a nessun regime particolare quando si tratta dei loro pasti!

Durante le loro prime fasi di sviluppo, consumano principalmente piccoli invertebrati che si trovano prevalentemente sul fondo dell’oceano.

Quando raggiungono l’età adulta, le loro abitudini alimentari diventano piuttosto diverse, comprendendo un’ampia gamma di fonti alimentari.

Consumano varie specie di pesci, sia viventi che morti, così come vermi, larve e occasionalmente altre piccole creature di dimensioni simili.

Numerosi documenti indicano che gli esemplari più grandi di questa specie sono stati osservati impegnati in comportamenti predatori nei confronti di piccoli mammiferi, uccelli e altre prede simili.

Quotidianamente queste creature consumano una quantità di cibo proporzionale al 2-3% del loro peso corporeo. Un esemplare del peso di 100 kg consumerà circa 2-3 kg di pesce al giorno.

Durante il giorno, mostra un comportamento particolarmente letargico e poco assertivo, occasionalmente facendo brevi sonnellini sul fondo dell’oceano e nascondendosi tra il fogliame e i resti sottomarini.

Tuttavia, una volta calata la notte, entra in azione, salendo sulla superficie del fiume all’inseguimento di una vasta gamma di prede.

Straordinaria cattura nel Tevere: pesce siluro di quasi 2 metri e mezzo di lunghezza

Ieri è avvenuta una straordinaria cattura nel fiume Tevere, precisamente nel todigiano. Marco Ambrogi e Stefano Morini, entrambi pescatori di Grutti di Gualdo Cattaneo, hanno catturato con successo un pesce siluro di quasi due metri e mezzo (2,40 metri per l’esattezza).

Tevere
Tevere-ilcorrieredellacitta.com

Ci sono volute quasi due ore di intensa lotta e alternanza di sforzi per recuperare finalmente il pesce, mentre lo sfinimento aumentava.

Utilizzando un’esca artificiale composta da una “gomma con testa piombata” di circa 15 cm, il pescatore ha agganciato con successo l’enorme pesce utilizzando una tecnica di spinning.

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