Stadi a porte chiuse? Mala tempora per tutti, Serie A compresa, che dovrà rinunciare a gran parte dei suoi introiti a causa del brusco innalzamento dei contagi che si sta abbattendo su tutto il Paese. Ad annunciarlo è stato proprio il Premier Mario Draghi, a cui è toccata la parte di chi fa il rimprovero e tira le orecchie a chi le orecchie, appunto, le fa da mercante. Di fatto, la Lega Serie A non aveva la minimi intenzione di rinunciare ai suoi spettacoli. Circa il 17% dei giocatori è risultato positivo al Covid, ma questo pare non abbia destato molto scandalo tra i dirigenti. Inoltre, nella giornata di giovedì gli stadi erano pieni di persone ammassate, accalcate e, ovviamente, senza mascherina, come nei cari vecchi bei tempi andati. Quella deve essere stata la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso.
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La telefonata di Draghi per gli Stadi a porte chiuse
Così il Premier ha fatto una telefonata al tizio della Federcalcio, Gabriele Gravina, ricordandogli i tempi funesti in cui ci ritroviamo a vivere. Il colloquio è stato lungo e non proprio in sintonia, Gravina ha già spiegato al Premier che il calcio in Italia è moribondo oramai e che tutto dalla serie B in giù è praticamente fermo e in agonia. Solo la Serie A restate ancora, seppur a stento. Dunque, la risposta della Legacalcio è stata ferma e decisa: andranno avanti, con le partite e con gli stadi aperti al 50%, attendendo le imposizioni governative.