Tavecchio non deve dimettersi…deve proprio smaterializzarsi, ovviamente dal ruolo che ricopre. Il fallimento della Nazionale italiana è solo l’ultimo tassello di una serie quasi infinita, di comportamenti e scelte totalmente scellerate e fuori da ogni logica per chi ricopre il ruolo di presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. L’era Tavecchio inizia nel 2014, quando si era andati al voto anticipato dopo le “dimissioni irrevocabili” di Giancarlo Abete. Da subito Tavecchio è sembrato un personaggio inadeguato a ricoprire una carica di tale prestigio, e non furono pochi quelli che gli chiesero di fare un passo indietro e di ritirare la propria candidatura. Subito dopo le elezioni, sia la UEFA che la FIFA lo squalificarono per 6 mesi per le frasi razziste su Optì Pobà. Nel corso di questi 3 anni, dopo aver parlato dei giocatori stranieri come di mangia banane ha definito le donne handicappate e “quattro lesbiche”, ha detto che contro gli omosessuali non ha nulla, ma devono stare lontani da lui perché lui è normalissimo, e ha dato dell’ebreaccio al commerciante che gli vendette la sede per la Lega Dilettanti. Insomma, comportamenti non proprio da uno che deve ha il compito di rappresentare l’Italia nel mondo del calcio. Da ex presidente della LND ha sempre avuto una certa attenzione per la Serie D, soprattutto per quanto riguarda le questioni economiche, e gode perciò di ampio sostegno nella categoria. Non è un aspetto irrilevante, considerando che alle elezioni la Lega Nazionale Dilettanti contribuisce da sola al 34% del voto totale, contro il 12% della Serie A, il 5% della Serie B, il 17% della Lega Pro, e il restante diviso tra calciatori (20%) allenatori (10%) e arbitri (2%). Il nostro calcio sta sbandando, sta prendendo delle pieghe che potrebbero diventare insanabili. Già dalle basse categorie si possono trovare i problemi che colpiscono al cuore dall’Italia e del calcio italiano: allenatori che portano lo sponsor per accaparrarsi il ruolo di mister. Ci sono genitori di giocatori che versano migliaia di euro nelle casse di alcune società per far giocare il proprio figlio. Ci sono procuratori che non vedono l’ora di prendersi in carico l’extracomunitario di turno, sicuri che sicuramente vale più di un nome italiano. Ci sono ragazzini di 17,18,19,20 anni (Under) messi in un campo di calcio solo perché lo impone una regola che non tiene conto della realtà. L’Italia è un paese molto ma molto strano. Solo qualche giorno fa il mister dell’Unicusano Ternana, Pochesci, si è sfogato tirando fuori solo il 10/15% del cancro che affligge la nostra Nazionale e puntualmente ha rischiato di essere deferito dal suo ruolo per “slealtà sportiva”, cari amanti del potere, la “slealtà sportiva” ce l’avete nel sangue e sulla coscienza quando un giocatore si fa il culo tutta la settimana per rincorrere un sogno e grazie ai vostri amici e amici degli amici, lo fa semplicemente invano. Tavecchio, sicuro ora che il problema siano quattro lesbiche che giocano a pallone? O c’è da riformare totalmente il nostro calcio?