Non si ferma lo scandalo della ginnastica ritmica, che oggi investe anche il mondo dell’aerobica attraverso le parole di Davide Donati, tre volte Campione del Mondo nella disciplina sportiva. Le umiliazioni subite dalle ragazze sono numerose, come questa: “Le atlete venivano messe in tavoli separati: uno per quelle magre, dove si mangiava leggermente di più, e un altro per le ragazze più grasse. Una situazione totalmente ingiusta per queste giovani atlete”.
Lo scandalo nella ginnastica aerobica, le parole di Donati
Il campione, che ha smesso con questo sport nel 2021 e che oggi ha 28 anni, ricorda altre situazioni brutte in cui sono state coinvolte le atlete: “Diverse volte, noi maschi, che potevamo mangiare anche il pane, spesso lo nascondevamo dentro il cappuccio della felpa e lo portavamo alle ragazze che avevano ancora fame dopo il poco pranzo fatto”. Inoltre: “In passato abbiamo vissuto in prima persona la famosa scena del peso con le umiliazioni e i commenti, perché con le ragazze formavamo una squadra unica. I tecnici davano anche un soprannome al gruppo che aveva qualche etto in più, lo chiamavano ‘la squadra delle triple chiappe’“.
Prosegue il drammatico racconto, fatto di umiliazioni alle ragazze: “Nel 2010, prima di una gara internazionale, abbiamo visto gli allenatori che mettevano le femmine in fila, di schiena, e passando le insultavano per i loro sederi. Per non parlare di quando, mentre eravamo tutti in palestra, abbiamo subito delle perquisizioni nelle camere per toglierci le poche provviste che ci eravamo portati da fuori. Ci hanno sgridato e fatto vergognare”,
In merito all’attuale scandalo tirato fuori dalla stampa, Davide Donati dice: “La nostra testimonianza non è una denuncia, ma un modo per sostenere il desiderio delle ex atlete di cambiare il sistema della ginnastica. Non sono casi isolati. Le loro parole hanno aperto una ferita dolorosa in tutti noi e vogliamo sostenerle. E che non si dica che la Federazione non era a conoscenza di questi atteggiamenti. Due anni fa, andai in viale Tiziano per avvisare ‘i piani alti’ della Federazione. Era il 2020, con altri atleti elencai le problematiche e raccontato ciò che accade. Segnalazioni sempre ignorate da chi doveva controllare”.
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