L’arbitro donna oggetto di offese sessiste e blasfeme. Scatta la squalifica. Decisione ufficiale per preparatore atletico e allenatore.
Palla al centro e bocca chiusa. Questo è quanto avvenuto sul campo di calcio nella sfida fra La Setina e il Cisterna Calcio. Una gara di prima categoria che è balzata agli occhi di tutta Italia. Non per le prodezze in campo, quanto per le parole in panchina. A rimetterci l’allenatore e il preparatore atletico de La Setina: entrambi hanno insultato la donna arbitro che stava dirigendo il match. La partita, nello specifico, è andata in scena lo scorso 20 dicembre.
Alcune decisioni della giovane non sono piaciute al tecnico e al collaboratore della squadra che lo hanno fatto notare nella maniera peggiore possibile. Martina Caponera, classe 2000 della sezione di Frosinone, non ha fatto una piega sul momento. Il piano era ben diverso. Fare il proprio dovere fino all’ultimo, segnare tutto sul referto di gara e consegnare il materiale in Federazione. A quel punto è scattata la squalifica per direttissima dei due uomini.
Offese all’arbitro donna: maxi squalifica in prima categoria
Questo è l’ennesimo caso di hate speech sui campi di calcio: se prima era in qualche maniera consentito, adesso è cambiato totalmente registro. Il linguaggio di campo deve essere consono. Non è la prima volta che un fischietto donna viene preso di mira. Nello specifico i due uomini saranno allontanati dai campi fino al prossimo 26 aprile e 31 maggio. La parola fine per quanto riguarda questo episodio è stata scritta, ma continua l’indagine dello sport italiano sulla condotta di dirigenti e addetti ai lavori.
Il ruolo dei fischietti è sempre complesso: quando, poi, un arbitro è donna ci sono sempre componenti intersezionali che si vanno a mescolare con la condotta di gara. Sia questo che il razzismo sono argomenti di riflessione e analisi in Lega Calcio. Le ripercussioni non mancano, il punto è capire se bastino. Allontanare dai campi gli irrispettosi – anche nella dialettica – è il primo passo verso una natura inclusiva ed eticamente inappuntabile. In attesa della vera e propria rivoluzione di un sistema che parte, innanzitutto, dalle coscienze.