Mourinho a rischio. La sconfitta di Milano mette la società giallorossa in condizione di valutare ogni ipotesi: persino l’esonero.
La Roma prende tempo anche se il tempo non c’è. Rimediare, dopo la sconfitta di San Siro e l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, è l’imperativo categorico. La domanda principale è con chi: lo Special One sembra aver perso il tocco, i risultati non arrivano e i tifosi chiedono risposte.
La presenza del pubblico è stato l’unico riferimento costante finora rispetto al cammino dei giallorossi. Sempre altalenante. I big match stanno diventando un problema: la Roma è piccola con le grandi e inconsistente sul piano del gioco. Le assenze pesano, ma non possono essere l’unico enigma in una squadra povera di riferimenti. La prassi è chiara: bisogna lanciare un segnale. La società deve compiere un passo: quale lo deciderà lei, con i Friedkin che non smettono di scrivere su un ideale taccuino.
Roma, Mourinho a rischio
Mourinho – e la sua sorte – è segnato con la penna rossa, per cercare di definire l’avvenire. È chiaro che il rinnovo appare lontano. Ancora di più dopo le ultime uscite. Il vero dilemma, però, è adesso: servono risultati e c’è bisogno di una scossa prima che sia troppo tardi. Altrimenti i giallorossi rischiano di gettare alle ortiche la loro stagione già a gennaio. L’obiettivo Champions rimane, anche se restare aggrappati al treno delle grandi – in queste situazioni – diventa difficilissimo.
Arduo è anche cercare di ricompattare la squadra: Belotti – l’unico presente in zona mista con la stampa dopo il ko di San Siro – ha detto che si è arrivati al fondo. È possibile solo risalire. Quel che ha detto il centravanti potrebbe essere condiviso anche dai Friedkin che, però, sembrano intenzionati a prendere tempo. Verona e Feyenoord. Due esami per Mourinho: se li fallisce, va a casa. Altrimenti resta fino a fine stagione. Poi si vedrà.
Esonero possibile: De Rossi fino a giugno
Dietro quel poi c’è il piazzamento finale in classifica e i risultati utili da qui alla fine del campionato. In caso di insufficienza si ripartirà con qualcun altro. Lo stesso vale nel breve periodo. Se anche le prossime partite dovessero coincidere con zero punti, l’esonero sarebbe inevitabile. Chi c’è in pole per un’eventuale sostituzione? Il nome che tutti avrebbero voluto sentire precedentemente: Daniele De Rossi.
L’allenatore, dopo l’esperienza in Nazionale e alla Spal, è senza squadra e la società giallorossa sta seriamente considerando l’idea di chiamarlo come traghettatore – in caso di necessità – fino a giugno. Sarebbe una mossa di mercato non da poco, che conserverebbe – se non altro – l’appeal dei tifosi da qui alla fine del campionato. Poi ci sono i risultati e l’esperienza di De Rossi che, come allenatore, risulta essere ancora troppo acerbo: “Ho ancora tanta strada da fare – ha detto appena confermatosi tecnico grazie al patentino UEFA – un domani mi piacerebbe allenare la Roma. Non è ancora il momento”.
L’ora, invece, potrebbe essere arrivata. Basta un sì della società per cambiare le cose. O almeno provarci. Mourinho è aggrappato a 3 punti e un passaggio del turno in Europa League, altrimenti si cambia. Il “sogno” Roma non è ancora tramontato: la parola passa agli interpreti. La società è alla porta: la stessa che per qualcuno potrebbe chiudersi.