Juve-Lazio, i biancocelesti cadono a Torino contro la compagine di Allegri che dopo la sosta non fa sconti: le parole di Sarri.
Juve-Lazio, i biancocelesti si arrendono ai bianconeri che fra le mura amiche dell’Allianz Stadium vincono per 3-1 il primo dei tre anticipi della giornata. Subito dopo Inter-Milan e Genoa-Napoli. A Sarri non riesce il colpaccio da ex e deve arrendersi ai colpi di Vlahovic – che fa doppietta – e Chiesa. Un’occasione forzata per riavvolgere il nastro. La Lazio sembrava arrivare alla sosta rinfrancata dopo la vittoria sul Napoli di Garcia, invece questa sconfitta fa emergere i dubbi del passato.
Spetterà al tecnico capire se si tratta dei soliti “fantasmi” o c’è qualcosa di più: la squadra comunque è sembrata volitiva. Luis Alberto non basta a riaccendere la luce dei biancocelesti, ma è sufficiente a far capire che non è tutto perduto. La Lazio ha bisogno di rimettersi in piedi dopo una rivoluzione in corso che è cominciata quest’estate – l’addio di Milinkovic Savic ha inevitabilmente pesato – e deve ancora finire.
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Juve-Lazio, Sarri incassa e ragiona: “Nessuna paura, pagati due errori banali”
Sarri è convinto che ci siano ancora margini per lavorare e boccia chi afferma che i suoi sono sembrati leggermente impauriti: “Paura no, abbiamo avuto anche noi le nostre occasioni – afferma il tecnico della Lazio – è chiaro che se fai due errori come quelli che abbiamo fatto noi in occasione di due gol presi poi la paghi. Credo che siamo arrivati stanchi dopo un tour de force”.
A chi fa notare che c’è stata la sosta, Sarri risponde così: “È chiaro, ma le energie vanno comunque calibrate diversamente. Lavorare senza i nazionali non è semplice. Ci stiamo settando e lo faremo ancora meglio, ma la mia squadra non ha paura”. Sarri, dunque, è convinto del progetto Lazio. Non resta che aspettare la prossima partita, ma è importante ripartire dalle certezze di questa. Una: Luis Alberto. Dopo quello screzio con il tecnico nel ritiro pre-stagionale, tutto chiarito: “Assolutamente”, ribadisce Sarri, come dire – una volta di più – che il problema non è negli spogliatoi. Semmai è sulle gambe, ma siamo all’inizio del campionato. Frangente che ancora può considerarsi un’attenuante. Non per molto.