Genoa-Roma, la sconfitta per i giallorossi è bruciante: il poker servito del Grifone mette in discussione il futuro di Mourinho. Il punto.
Genoa-Roma, cala il sipario sui giallorossi. Marassi riconsegna l’ennesimo finale amaro nella storia recente della Roma e di Mourinho che incassa un poker pesante. Quasi una beffa inaspettata, se non fosse che le avvisaglie di questa crisi c’erano già da tempo: i campanelli d’allarme contro Torino, Salernitana e Verona sono stati ignorati dopo la vittoria (larga e sontuosa) contro l’Empoli. Il vero problema, tuttavia, è stato e resta dopo la prestazione contro il Milan.
Gli stessi fantasmi sono tornati al cospetto della Lanterna: Mourinho è il triangolo industriale del calcio che resta indigesto e complicato da metabolizzare. Ora serve farlo perchè – pur non volendo guardare la classifica – un dato impera più degli altri: 5 punti in 6 partite. Il resto è storia (amara) del passato recente. Quello dove l’unico spiraglio di luce sembra essere un Romelu Lukaku che la volontà ce la mette tutta, ma non sempre basta ad evitare una prestazione insufficiente.
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Genoa-Roma, Mourinho nel mirino: la crisi dei giallorossi passa (anche) dai social
Discorso che può essere fatto a tutto il resto degli effettivi: nella prestazione di ieri, la sufficienza (forse anche qualcosa in più) riesce a strapparla solo Cristante. Vero punto fermo di questa Roma dai mille dubbi e altrettante incertezze. I tifosi, nel frattempo, hanno finito la pazienza: Mourinho – agli occhi di molti – non è più lo Special One, per altri non lo è mai stato. “Va cacciato” – si legge sui social – ma la società prende tempo. Eppure Pinto (General Manager giallorosso) qualche riflessione deve averla fatta.
Probabilmente, ma di questo è impossibile essere sicuri, c’è stato anche un colloquio con i Friedkin. Impossibile non parlare con la proprietà dopo una disfatta – perchè di questo si tratta – del genere: “Dobbiamo uscire da questo momento, non c’è tempo per piangere”, ha detto il tecnico portoghese. Le lacrime, invece, se le asciugano i tifosi che chiedono almeno la maglia sudata in una stagione dove non pensavano di dover già rincorrere in questo modo. L’obiettivo primario, in questo periodo, però, si chiama serenità. Domenica arriva il Frosinone, in un Derby che richiama atmosfere passate con paure ben presenti dove l’imperativo non è solo vincere ma anche e soprattutto convincere chi c’è sempre stato. Persino quando, forse, era più facile – o più comodo – essere altrove.