Bologna-Roma nel segno di Lorenzo Pellegrini. Il capitano giallorosso torna disponibile dopo assenze e infortuni: può “salvare” Mourinho.
La Roma è di scena a Bologna e non a caso gli occhi sono tutti per Lorenzo Pellegrini: è il capitano dei giallorossi, ma la storia e il passato recente hanno portato a pensare ad altro. Un leader diverso dai suoi predecessori: non è Totti, non è De Rossi. Non ha lo stesso carisma e nemmeno lo chiede. Non pretende di avere lo stesso peso, ma la fascia al braccio la indossa. È riuscito ad alzare un trofeo UEFA (i capitani più illustri non ce l’hanno fatta) e a compattare – quando serviva – un ambiente disunito su tutto o quasi.
Il pubblico non riesce ad amarlo come è stato con i suoi colleghi. Le critiche non mancano, specialmente quando non riesce a incidere come vorrebbe nelle partite. Alcuni momenti no hanno caratterizzato il recente passato e allora ci ha pensato la Curva Sud a mettere le cose in chiaro: uno striscione durante le partite in casa. “Nel bene o nel male il capitano rimane tale”. Non serve altro: Lorenzo Pellegrini è il capitano della Roma, in quanto tale – appunto – va rispettato.
Bologna-Roma nel segno di Pellegrini
Questo il mantra del pubblico romanista, quello più viscerale. Gli altri a seguire e per seguire la squadra. Recentemente, però, è tornato a parlare anche il campo: 22 gare ufficiali disputate dalla Roma finora, 529 minuti complessivi fra campionato e coppa per quello che deve tornare ad essere il “settebello” romanista. Non bastano 6 match interi o poco meno a definire una stagione e soprattutto una carriera. Il contributo dell’ex Sassuolo, attualmente, equivale a due gol e un assist.
Numeri che possono e devono aumentare, a fronte degli standard ben diversi di un giocatore completo come ha dimostrato di essere il centrocampista. Nella fattispecie: 97 reti procurate direttamente o attraverso passaggi determinanti nell’arco di 250 partite tonde. L’impronta del numero 7 c’è. Così come ci sono stati, purtroppo per lui, gli infortuni e le ricadute: prima l’adduttore, poi la coscia l’hanno tenuto ai box per oltre 60 giorni consecutivi che a uno come Pellegrini che vive di campo e obiettivi sono sembrati un tempo infinito. Il rientro con l’Udinese, poi la serata no di Ginevra, Sassuolo e Fiorentina.
90 minuti per riscattare una stagione
Prestazioni altalenanti che hanno portato inevitabilmente a un’altra esclusione, stavolta per scelta tecnica, contro lo Sheriff. Ora, però, il destino sembra essere magnanimo (dopo quel che ha passato) nel prospettargli un’altra possibilità: a Bologna tocca a lui prendere – anzi, (ri)prendere – le redini del centrocampo e della Roma. Mourinho ha gli uomini contati, alcuni (tra i quali Dybala) torneranno nel 2024.
I colpi di Pellegrini potrebbero fare comodo, per questo – nonostante tutto – il numero 7 è ancora fondamentale. Non solo per il ruolo che ricopre, ma anche per l’apporto che può e deve dare. I capitani si vedono nel momento del bisogno: ora tocca di nuovo a lui. Il Dall’Ara per tre punti e un punto di (ri)partenza. Oltre le critiche, verso il riscatto.