Dall’inizio del 2017 sul litorale laziale si sono spiaggiati 20 cetacei di diverse specie e 35 esemplari di tartaruga comune (Caretta Caretta). Di questi, a Torvaianica e Marina di Ardea, sono state ritrovate 4 tartarughe e 2 cetacei, tutti morti.
“Le cause – si legge nella nota degli esperti Luca Marini, Direzione regionale Ambiente e Sistemi naturali, e Valerio Manfrini, Centro Studi Cetacei – sono diverse e rientrano tra le cause alle quali sono soggette le tartarughe a livello globale: interazioni con reti da pesca; ingestione di lenze, ami e plastiche; impatti con imbarcazioni; ingestione di grandi quantità di organismi bentonici cioè legati al substrato (fondale) es. molluschi bivalvi o crostacei. Questo potrebbe essere indice di poca mobilità perciò si limitano a cibarsi di ciò che trovano sul fondo; escluse cause di origine infettiva. Spesso non c’è unica causa ma cause concatenate tra loro”.
“A Torvaianica, nel parco Zoomarine, abbiamo l’unico Centro di Primo Soccorso Tartarughe Marine della regione – spiega l’Assessore Riccardo Borghesi – dove la scorsa estate è stata soccorsa e curata la tartaruga Italia. Come spesso accade, questi esemplari vengono uccisi dall’incuria e dal disinteresse che noi esseri umani mostriamo nei confronti del nostro mare, risorsa unica e indispensabile per tutti noi”.
“Gli spiaggiamenti di quest’anno – aggiunge il Sindaco Fabio Fucci – che sull’intero territorio nazionale sono arrivati addirittura a contare 151 cetacei e 215 tartarughe, devono farci riflettere sulla tutela e la cura delle acque marine. Abbandonare i rifiuti in mare, in particolare la plastica, equivale non soltanto a inquinare le acque ma a mettere a rischio la vita di tartarughe e cetacei che vengono poi a morire sulle nostre spiagge. Rispettare l’ambiente e il mondo animale è da sempre la nostra priorità, e deve diventare la priorità di ognuno di noi”.